C’è una via che all’uomo sembra diritta ma la sua fine sfocia in vie di morte.

C’è una via che all’uomo sembra diritta, ma la sua fine sfocia in vie di morte.

Fate dunque attenzione a come ascoltate, perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche quello che pensa di avere«.

Nessuno inganni se stesso, se qualcuno fra voi pensa di essere savio in questa età, diventi stolto affinché possa diventare savio.

Ma da parte di quelli che godevano maggior credito (quali fossero stati, non m’importa nulla; Dio non ha riguardo a persona), ebbene, quelli che godono maggior credito non m’imposero nulla di piú.

avendo conosciuto la grazia che mi era stata data, Giacomo, Cefa e Giovanni, che sono reputati colonne, diedero a me e a Barnaba la mano di associazione, affinché noi andassimo fra i gentili, ed essi fra i circoncisi.

Se infatti qualcuno pensa di essere qualche cosa, non essendo nulla, inganna se stesso.

Perciò, fratelli miei carissimi, sia ogni uomo pronto ad ascoltare, lento a parlare e lento all’ira,

poiché tutti manchiamo in molte cose. Se uno non sbaglia nel parlare, è un uomo perfetto, ed è pure capace di tenere a freno tutto il corpo.

Ecco, anche le navi, benché siano tanto grandi e siano spinte da forti venti, sono guidate da un piccolissimo timone dovunque vuole il timoniere.

Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell’iniquità. Posta com’è fra le nostre membra, la lingua contamina tutto il corpo, infiamma il corso della vita ed è infiammata dalla Geenna.

Non siate come il cavallo e come il mulo che non hanno intelletto, e la cui bocca bisogna frenare con morso e con briglia, altrimenti non ti si avvicinano.

Trattieni la tua lingua dal male e le tue labbra dal dire menzogne.

Al maestro del coro. Per Jeduthun Salmo di Davide. Io dicevo: »Veglierò sulla mia condotta, per non peccare con la mia lingua metterò un freno alla mia bocca mentre l’empio mi sta davanti«.

Sono rimasto muto e calmo, mi sono addirittura trattenuto dal bene, e il mio dolore si è inasprito.

O Eterno, poni una guardia davanti alla mia bocca.

Nelle molte parole non manca la colpa, ma chi frena le sue labbra è saggio.

La bocca del giusto produce sapienza, ma la lingua perversa sarà troncata.

Dal frutto della sua bocca l’uomo mangerà ciò che è buono, ma l’anima dei perfidi si ciberà di violenza.

Chi custodisce la sua bocca protegge la propria vita, ma chi apre troppo le labbra va incontro alla rovina,

La lingua dei saggi usa la conoscenza rettamente, ma la bocca degli stolti riversa follia.

Sulle labbra del re sta una sentenza divina; nel giudizio la sua bocca non deve sbagliare.

E’ meglio un povero che cammina nella sua integrità di uno che è perverso di labbra ed è stolto.

Egli desidera ardentemente tutto il giorno, ma il giusto dona senza mai rifiutare.

Nessuna parola malvagia esca dalla vostra bocca, ma se ne avete una buona per l’edificazione, secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a quelli che ascoltano.

lo stesso si dica della disonestà, del parlare sciocco e della buffoneria, le quali cose sono sconvenienti, ma piuttosto abbondi il rendimento di grazie.

Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come vi conviene rispondere a ciascuno.

Infatti »chi vuole amare la vita e vedere dei buoni giorni, trattenga la sua bocca dal male e le sue labbra dal parlare con inganno;

E siate facitori della parola e non uditori soltanto, ingannando voi stessi.

State in guardia affinché il vostro cuore non sia sedotto e non vi sviate, servendo altri dèi e prostrandovi davanti a loro;

Un tale si pasce di cenere, il suo cuore sedotto lo travia. Egli non può liberare la sua anima e dire: »Ciò che tengo nella mia destra non è forse una menzogna?«.

Se infatti qualcuno pensa di essere qualche cosa, non essendo nulla, inganna se stesso.

Ma vuoi renderti conto, o insensato, che la fede senza le opere è morta?

Smettete di portare oblazioni inutili; l’incenso, è per me un abominio; non posso sopportare i noviluni e i sabati, il convocare assemblee e l’iniquità assieme alle riunioni sacre.

Avete detto: »E’ vano servire DIO; quale guadagno c’è nell’osservare i suoi ordinamenti e ad andare vestiti a lutto davanti all’Eterno degli eserciti?

E invano mi rendono un culto, insegnando dottrine che sono comandamenti di uomini«.

Ma invano mi rendono un culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini"

e mediante il quale siete salvati, se ritenete fermamente quella parola che vi ho annunziato, a meno che non abbiate creduto invano.

Inoltre noi ci troveremo ad essere falsi testimoni di Dio, poiché abbiamo testimoniato di Dio, che egli ha risuscitato Cristo, mentre non l’avrebbe risuscitato, se veramente i morti non risuscitano.

Avete sofferto tante cose invano, se pur è stato veramente invano?