Per questo io piango, i miei occhi, i miei stessi occhi si sciolgono in lacrime, perché il consolatore che potrebbe ridarmi la vita è lontano da me. I miei figli sono desolati, perché il nemico ha trionfato«.
Stridevo come una gru o una rondine, gemevo come una colomba, i miei occhi erano stanchi di guardare in alto. O Eterno, sono oppresso; sii tu il mio garante.
Vedi, o Eterno, che io sono in angoscia. Le mie viscere fremono, il mio cuore è sconvolto dentro di me, perché sono stata grandemente ribelle. Fuori mi priva di figli la spada, in casa è come morte.
Le mie viscere, le mie viscere! Mi contorco dal dolore. Oh, le pareti del mio cuore! Il mio cuore batte forte dentro di me. Io non posso tacere, perché, o anima mia, ho udito il suono della tromba, il grido di guerra.
Ecco una voce: è il grido della figlia del mio popolo da terra lontana: »Non è forse lEterno in Sion? Non è il suo re in mezzo a lei?«. »Perché mi hanno provocato ad ira con le loro immagini scolpite e con idoli stranieri?«.
20
La mietitura è passata, lestate è finita e noi non siamo salvati.
21
Per la ferita della figlia del mio popolo sono affranto, sono in lutto, sono in preda alla costernazione.
22
Non cè forse balsamo, in Galaad, non cè là alcun medico? Perché mai non giunge la guarigione della figlia del mio popolo?
Di loro dunque questa parola: »Versino lacrime i miei occhi giorno e notte senza smettere, perché la vergine figlia del mio popolo è stata colpita da una grande calamità, da una ferita profonda.
Alzatevi, gridate nella notte, allinizio di ogni vigilia. Effondete come acqua il vostro cuore davanti alla faccia del Signore. Alzate le mani verso di lui per la vita dei vostri bambini, che vengono meno per la fame allimbocco di tutte le strade«.
»Guarda, o Eterno, e considera. Chi hai trattato in questo modo? Dovevano le donne mangiare il frutto del loro grembo i bambini che accarezzavano? Dovevano il sacerdote e il profeta essere massacrati nel santuario del Signore?