Cosí ho detto in cuor mio: »La stessa sorte che tocca allo stolto toccherà anche a me. A che pro dunque essere stato piú saggio?«. Perciò dissi in cuor mio: »Anche questo è vanità«.
Io ho parlato col mio cuore, dicendo: »Ecco, io ho ottenuto grandezza e acquistato maggiore sapienza di tutti quelli che hanno regnato prima di me in Gerusalemme e il mio cuore ha visto molta sapienza e conoscenza«.
E ho applicato il mio cuore a conoscere la sapienza, come pure a conoscere la follia e la stoltezza; e ho compreso che anche questo è un cercare di afferrare il vento.
Ho detto in cuor mio: »Riguardo alla condizione dei figli degli uomini, DIO li mette alla prova, perché essi stessi si rendano conto che sono come bestie«.
Al maestro del coro. Di Davide Lo stolto ha detto nel suo cuore: »Non cè DIO«. Sono corrotti, fanno cose abominevoli; non cè alcuno che faccia il bene.
E dissero: »Orsù, costruiamoci una città e una torre la cui cima giunga fino al cielo, e facciamoci un nome, per non essere dispersi sulla faccia di tutta la terra«.
Allora il re di Siria disse: »Va pure io manderò una lettera al re dIsraele«. Egli dunque partí, prendendo con sé dieci talenti dargento, seimila sicli doro e dieci cambi di vesti.
Ma ora vi farò sapere ciò che sto per fare alla mia vigna: rimuoverò la sua siepe e sarà interamente divorata, abbatterò il suo muro e sarà calpestata.
Cosí ho lodato lallegria, perché non cè nulla di meglio per luomo sotto il sole che mangiare, bere e stare allegro, perché questo rimane con lui nella sua fatica durante i giorni di vita che DIO gli dà sotto il sole.
Rallegrati pure, o giovane, nella tua giovinezza e gioisca il tuo cuore nei giorni della tua giovinezza; segui pure le vie del tuo cuore e la visione dei tuoi occhi, ma sappi che per tutte queste cose DIO ti chiamerà in giudizio.
Ecco, voi tutti che accendete un fuoco, che vi cingete di tizzoni, andate nelle fiamme del vostro fuoco e fra i tizzoni che avete acceso! Dalla mia mano avrete questo: voi giacerete nel dolore.
Anche noi infatti un tempo eravamo insensati, ribelli, erranti, schiavi di varie concupiscenze e voluttà, vivendo nella cattiveria e nellinvidia, odiosi e odiandoci gli uni gli altri.
Nella misura che essa ha glorificato se stessa e ha vissuto nelle delizie, nella stessa misura datele tormento e cordoglio, poiché essa dice in cuor suo: »Io seggo come regina, non sono vedova e non vedrò mai cordoglio«.
Per questo, in uno stesso giorno, verranno le sue piaghe: morte, cordoglio e fame, e sarà interamente consumata col fuoco, poiché potente è il Signore Dio che la giudicherà«.