Génèse 29:18
Perciò Giacobbe amava Rachele e disse a Labano: »Io ti servirò sette anni per Rachele, tua figlia minore«.
Génèse 30:24
E lo chiamò Giuseppe. dicendo: »L’Eterno mi aggiunga un altro figlio«.
Génèse 35:16-18
16
Poi partirono da Bethel; mancava ancora un tratto di strada per arrivare ad Efrata, quando Rachele partorì. Ella ebbe un travaglio difficile;
17
e durante il difficile travaglio per partorire la levatrice le disse: »Non temere, perché anche questa volta hai un figlio«.
18
E mentre l’anima la lasciava (perché morì), gli pose nome Ben-Oni, ma il padre lo chiamò Beniamino.
Génèse 35:24-18
Génèse 44:27
E il tuo servo, mio padre, ci rispose: »Voi sapete che mia moglie mi partorì due figli;
Exode 1:3
Issacar, Zabulon e Beniamino,
Exode 1:5
Tutte le persone che erano uscite dai lombi di Giacobbe ammontavano a settanta (Giuseppe era già in Egitto).
1 Chroniques 2:2
Dan, Giuseppe, Beniamino, Nefta-li, Gad, e Ascer.
Génèse 37:1-36
1
Or Giacobbe dimorò nel paese dove suo padre aveva soggiornato, nel paese di Canaan.
2
Questa è la discendenza di Giacobbe. Giuseppe, all’età di diciassette anni, pascolava il gregge coi suoi fratelli; il giovinetto stava con i figli di Bilhah e con i figli di Zilpah mogli di suo padre. Or Giuseppe riferì al loro padre la mala fama che circolava sul loro conto.
3
Or Israele amava Giuseppe piú di tutti i suoi figli, perché era il figlio della sua vecchiaia; e gli fece una veste lunga fino ai piedi.
4
Ma i suoi fratelli, vedendo che il loro padre lo amava piú di tutti gli altri fratelli, presero ad odiarlo e non gli potevano parlare in modo amichevole.
5
Or Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai suoi fratelli; e questi lo odiarono ancora di piú.
6
Egli disse loro: »Udite, vi prego, il sogno che ho fatto.
7
Noi stavamo legando dei covoni in mezzo al campo, quand’ecco il mio covone si drizzò e rimase dritto, mentre i vostri covoni si raccolsero e si inchinarono davanti al mio covone«.
8
Allora i suoi fratelli gli dissero: »Dovrai tu regnare su di noi, o dovrai tu veramente dominarci?«. E lo odiarono ancor di piú, a motivo dei suoi sogni e delle sue parole.
9
Egli fece ancora un altro sogno e lo raccontò ai suoi fratelli, dicendo: »Ho fatto un altro sogno! Ed ecco il sole, la luna e undici stelle si inchinavano davanti a me«.
10
Egli lo raccontò a suo padre e ai suoi fratelli; e suo padre lo rimproverò e gli disse: »Cosa significa questo sogno che hai fatto? Dovremo proprio io, tua madre e i tuoi fratelli venire a inchinarci a terra davanti a te?«.
11
E i suoi fratelli gli portavano invidia ma suo padre serbava la cosa dentro di sé,
12
Or i fratelli di Giuseppe erano a pascolare il gregge del padre a Sichem.
13
E Israele disse a Giuseppe: »I tuoi fratelli non stanno forse pascolando il gregge a Sichem? Vieni, che ti manderò da loro«. Egli rispose: »Eccomi«.
14
Israele gli disse: »Va’ a vedere se i tuoi fratelli stanno bene e se il gregge va bene, e poi torna a riferirmelo«. Così lo mandò dalla valle di Hebron, ed egli arrivò a Sichem.
15
Mentre egli vagava per la campagna, un uomo lo trovò e gli chiese: »Che cerchi?«.
16
Egli rispose: »Sto cercando i miei fratelli; per favore, dimmi dove si trovano a pascolare«.
17
Quell’uomo gli disse: »Son partiti di qui, perché li ho sentiti dire: »Andiamo a Dothan««. Allora Giuseppe andò in cerca dei suoi fratelli, e li trovò a Dothan.
18
Essi lo scorsero da lontano e, prima che fosse loro vicino, complottarono contro di lui per ucciderlo.
19
E dissero l’un l’altro: »Ecco che arriva il sognatore!
20
Ora dunque venite, uccidiamolo e gettiamolo in un pozzo; diremo poi che una bestia feroce lo ha divorato; così vedremo che ne sarà dei suoi sogni«.
21
Ruben udì questo e decise di liberarlo dalle loro mani, e disse: »Non gli togliamo la vita«.
22
Poi Ruben aggiunse: »Non spargete sangue, ma gettatelo in questo pozzo nel deserto e non colpitelo di vostra mano«. Diceva così, per liberarlo dalle loro mani e riportarlo a suo padre.
23
Quando Giuseppe fu giunto presso i suoi fratelli, lo spogliarono della sua veste, della lunga veste fino ai piedi che indossava;
24
poi lo presero e lo gettarono nel pozzo. Or il pozzo era vuoto, senz’acqua dentro.
25
Poi si misero a sedere per prendere cibo; ma, alzando gli occhi, ecco videro una carovana di Ismaeliti, che veniva da Galaad coi loro cammelli carichi di spezie, di balsamo e di mirra, in viaggio per portarli in Egitto.
26
Allora Giuda disse ai suoi fratelli: Che guadagno avremo a uccidere nostro fratello e a nascondere il suo sangue?
27
Venite, vendiamolo agli Ismaeliti e non lo colpisca la nostra mano, perché è nostro fratello, nostra carne«. E i suoi fratelli gli diedero ascolto.
28
Come quei mercanti Madianiti passavano, essi sollevarono e tirarono Giuseppe fuori dal pozzo e lo vendettero agli Ismaeliti per venti sicli d’argento. E questi condussero Giuseppe in Egitto.
29
Or Ruben tornò al pozzo, ed ecco, Giuseppe non era piú nel pozzo. Allora egli si stracciò le vesti.
30
Poi tornò dai suoi fratelli e disse: Il fanciullo non c’è piú; e io, dove andrò io?«.
31
Così essi presero la lunga veste di Giuseppe, uccisero un capro e immersero la veste nel sangue.
32
Poi portarono la lunga veste dal padre e dissero: »Abbiamo trovato questo; vedi un po’ se è la veste di tuo figlio«.
33
Ed egli la riconobbe e disse: »la veste di mio figlio; lo ha divorato una bestia feroce; certamente Giuseppe è stato sbranato«.
34
Giacobbe allora si stracciò le vesti, si mise un cilicio ai fianchi e fece cordoglio di suo figlio per molti giorni.
35
E tutti i suoi figli e tutte le sue figlie vennero a consolarlo; ma egli rifiutò di essere consolato e disse: »Io scenderò nello Sceol da mio figlio facendo cordoglio«. Così suo padre lo pianse.
36
Intanto i Madianiti vendettero Giuseppe in Egitto a Potifar, ufficiale del Faraone e capitano delle guardie.
Génèse 39:1-23
1
Or Giuseppe fu portato in Egitto; e Potifar, ufficiale del Faraone, capitano delle guardie, un Egiziano, lo compró dagli Ismaeliti che lo avevano portato laggiú.
2
l’Eterno fu con Giuseppe; ed egli prosperava e stava nella casa del suo padrone, l’Egiziano.
3
E il suo padrone vide che l’Eterno era con lui, e che l’Eterno faceva prosperare nelle sue mani tutto ciò che faceva.
4
Così Giuseppe trovó grazia agli occhi di lui ed entró al servizio personale di Potifar, che lo fece soprintendente della sua casa e mise nelle sue mani tutto quanto possedeva.
5
Dal momento che l’ebbe fatto soprintendente della sua casa e di tutto quanto possedeva, l’Eterno benedisse la casa dell’Egiziano a motivo di Giuseppe; e la benedizione dell’Eterno fu su tutto quanto egli aveva, in casa e in campagna.
6
Così Potifar lasciò tutto quanto aveva nelle mani di Giuseppe e non si preoccupava piú di cosa alcuna, tranne del suo proprio cibo. Or Giuseppe era bello di forma e di bell’aspetto.
7
Dopo queste cose. avvenne che la moglie del suo padrone mise gli occhi su Giuseppe e gli disse: »Coricati con me«.
8
Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: »Ecco, il mio padrone non si preoccupa di quanto ha lasciato in casa con me e ha messo nelle mie mani tutto quanto ha.
9
Non c’è alcuno piú grande di me in questa casa; egli non mi ha proibito nulla tranne te perché sei sua moglie. Come dunque potrei io fare questo grande male e peccare contro Dio?«.
10
Nonostante il fatto che lei ne parlasse a Giuseppe ogni giorno. egli non acconsentì a coricarsi con lei né a darsi a lei.
11
Un giorno avvenne che egli entrò in casa per fare il suo lavoro, e non vi era in casa nessuno dei domestici.
12
Allora ella lo afferrò per la veste, e gli disse: »Coricati con me«. Ma egli le lasciò in mano la sua veste. fuggì e corse fuori.
13
Quando ella vide che egli le aveva lasciato in mano la sua veste e che era fuggito fuori.
14
Chiamò i suoi domestici, e disse loro: »Vedete, egli ci ha portato in casa un Ebreo per prendersi giuoco di noi; egli è venuto da me per coricarsi con me, ma io ho gridato a gran voce.
15
Come egli mi ha udito alzare la voce, gridare, ha lasciato la sua veste vicino a me, è fuggito ed è corso fuori«.
16
Così ella tenne accanto a sé la veste di lui, finché il suo padrone non fu tornato a casa.
17
Allora ella gli parlò in questa maniera: »Quel servo Ebreo, che tu ci hai portato, è venuto da me per prendersi giuoco di me.
18
Ma come io ho alzato la voce e ho gridato egli ha lasciato la sua veste vicino a me ed è fuggito fuori«.
19
Così, quando il suo padrone udì le parole di sua moglie che gli parlava in questo modo dicendo: »Il tuo servo mi ha fatto questo!«, si accese d’ira.
20
Allora il padrone di Giuseppe lo prese e lo mise in prigione nel luogo dove erano rinchiusi i carcerati del re. Egli rimase quindi in quella prigione.
21
Ma l’Eterno fu con Giuseppe e usò verso di lui benevolenza, cattivandogli le grazie del direttore della prigione.
22
Così il direttore della prigione affidò a Giuseppe tutti i detenuti che erano nel carcere; ed egli era responsabile di tutto quanto si faceva là dentro.
23
Il direttore della prigione non controllava piú nulla di quanto era affidato a Giuseppe, perché l’Eterno era con lui, e l’Eterno faceva prosperare tutto quanto egli faceva.
Génèse 40:1-45
1
Dopo queste cose, avvenne che il coppiere e il panettiere del re di Egitto offesero il loro signore, il re d’Egitto.
2
E il Faraone si adirò con i suoi due ufficiali, con il capocoppiere e il capopanettiere,
3
E li fece mettere in carcere, nella casa del capo delle guardie, nella stessa prigione dove era rinchiuso Giuseppe.
4
E il capitano delle guardie li affidò alla sorveglianza di Giuseppe il quale li assisteva. Così essi rimasero in prigione per un certo tempo.
5
Nella stessa notte, il coppiere e il panettiere del re d’Egitto, che erano rinchiusi nella prigione, fecero entrambi un sogno, ciascuno il suo sogno, col suo particolare significato.
6
Il mattino seguente, Giuseppe venne da loro, e vide che erano preoccupati.
7
Allora egli interrogò gli ufficiali del Faraone che erano con lui in prigione nella casa del suo padrone e disse: »Perché avete oggi il viso così mesto?«.
8
Essi gli risposero: »Abbiamo fatto un sogno e non vi è alcuno che lo possa interpretare«. Allora Giuseppe disse loro: »Le interpretazioni non appartengono a DIO? Raccontatemi i sogni, vi prego«.
9
Così il capocoppiere raccontò il suo sogno a Giuseppe e gli disse: »Nel mio sogno, ecco mi stava davanti una vite;
10
e in quella vite vi erano tre tralci; appena ebbe messo i germogli, fiorì e diede dei grappoli di uva matura.
11
Ora io avevo in mano la coppa del Faraone; presi l’uva, la spremetti nella coppa del Faraone e misi la coppa in mano del Faraone«.
12
Giuseppe gli disse: »Questa è l’interpretazione del sogno: i tre tralci sono tre giorni;
13
in capo a tre giorni il Faraone ti farà rialzare il capo, ti ristabilirà nel tuo ufficio e tu darai in mano al Faraone la coppa, come facevi prima, quando eri suo coppiere.
14
Ma ricordati di me quando sarai felice; ti prego, usa benevolenza nei miei confronti, parlando di me al Faraone, e fammi uscire da questa casa;
15
perché io fui portato via di nascosto dal paese degli Ebrei, e anche qui non ho fatto nulla da essere messo in questa prigione sotterranea«.
16
Il capopanettiere, vedendo che la interpretazione era favorevole, disse a Giuseppe: »Anch’io nel mio sogno, ecco, avevo tre canestri di pane bianco sul capo;
17
e nel canestro piú alto vi era ogni sorta di vivande cotte al forno per il Faraone; e gli uccelli le mangiavano dal canestro che avevo sul capo«.
18
Allora Giuseppe rispose e disse: »Questa è l’interpretazione del sogno: i tre canestri sono tre giorni;
19
in capo a tre giorni il Faraone ti asporterà la testa dalle spalle, ti farà impiccare a un albero, e gli uccelli ti mangeranno le carni addosso«.
20
Ora il terzo giorno, il giorno del compleanno del Faraone, avvenne che egli fece un banchetto per tutti i suoi servi; e fece alzare il capo al capocoppiere e alzare il capo al capopanettiere in mezzo ai suoi servi.
21
Così ristabilì il capocoppiere nel suo ufficio di coppiere, perché mettesse la coppa in mano del Faraone,
22
ma fece impiccare il capopanettiere secondo la interpretazione che Giuseppe aveva loro data.
23
Il capocoppiere però non si ricordò di Giuseppe, ma lo dimenticò.
Génèse 47:1-31
1
Giuseppe andò quindi a informare il Faraone e gli disse: »Mio padre e i miei fratelli con le loro greggi, con i loro armenti e con tutto quello che hanno, sono venuti dal paese di Canaan; ed ecco, sono nel paese di Goscen«.
2
Quindi prese cinque uomini tra i suoi fratelli e li presentò al Faraone.
3
Allora il Faraone disse ai fratelli di Giuseppe: »Qual è la vostra occupazione?«. Essi risposero al Faraone: »I tuoi servi sono pastori, tanto noi che i nostri padri«.
4
Poi dissero al Faraone: »Siamo venuti per dimorare in questo paese, perché non vi era più pastura per le greggi dei tuoi servi, poiché vi è una grande carestia nel paese di Canaan. Deh, permetti ora che i tuoi servi dimorino nel paese di Goscen«.
5
Allora il Faraone parlò a Giuseppe, dicendo: »Tuo padre e i tuoi fratelli sono venuti da te;
6
il paese d’Egitto è a tua disposizione; fa’ abitare tuo padre e tuoi fratelli nella parte migliore del paese; dimorino pure nel paese d Goscen. E se tu sai che fra loro ci sono degli uomini capaci, falli soprintendenti del mio bestiame«.
7
Poi Giuseppe condusse Giacobbe suo padre dal Faraone e glielo presentò. E Giacobbe benedisse il Faraone.
8
Il Faraone allora disse a Giacobbe: »Quanti sono gli anni della tua vita?«.
9
Giacobbe rispose al Faraone: »gli anni del mio pellegrinare sono centotrent’anni; gli anni della mia vita sono stati pochi e cattivi, e non hanno raggiunto il numero degli anni della vita dei miei padri, nei giorni del loro pellegrinare«
10
Giacobbe benedisse ancora il Faraone e si ritirò dalla presenza del Faraone.
11
Così Giuseppe stabilì suo padre e i suoi fratelli e diede loro una proprietà nel paese di Egitto, nella parte migliore del paese, nella contrada di Ramses come Il Faraone aveva ordinato.
12
E Giuseppe sostentò suo padre, i suoi fratelli e tutta la famiglia di suo padre, rifornendoli di pane, secondo il numero de figli.
13
Or in tutto il paese non c’era pane, perché la carestia era gravissima; il paese d’Egitto e il paese di Canaan languivano a motivo della carestia.
14
Giuseppe ammassò tutto il denaro che si trovava nel paese d’Egitto e nel paese di Canaan in cambio del grano che essi compravano; e Giuseppe portò questo denaro nella casa del Faraone.
15
Or quando nel paese d’ Egitto e nel paese di Canaan venne a mancare Il denaro, tutti gli Egiziani vennero da Giuseppe e dissero: »Dacci del pane! Perché dovremmo morire sotto i tuoi occhi? Poiché il nostro denaro è finito«.
16
Giuseppe disse: »Date il vostro bestiame; e io vi darò del pane in cambio del vostro bestiame, se è finito il denaro«.
17
Allora essi portarono a Giuseppe il loro bestiame; e Giuseppe diede loro del pane in cambio dei loro cavalli, delle loro greggi di pecore, delle loro mandrie di buoi e dei loro asini. Così fornì loro del pane per quell’anno, in cambio di tutto il loro bestiame.
18
Passato quell’anno, tornarono da lui l’anno seguente e gli dissero: »Non possiamo nascondere al mio signore che, siccome il denaro è finito e le mandrie del nostro bestiame sono passate in proprietà del mio signore, nulla piú resta che il mio signore possa prendere tranne i nostri corpi e le nostre terre.
19
Perché dovremmo perire sotto i tuoi occhi, noi e le nostre terre? Compra noi e le nostre terre in cambio di pane, e noi con le nostre terre saremo schiavi del Faraone; e dacci da seminare affinché possiamo vivere e non morire, e il suolo non diventi un deserto«.
20
Così Giuseppe acquistò per il Faraone tutte le terre d’Egitto, perché gli Egiziani vendettero ciascuno il proprio campo, poiché la carestia li colpiva gravemente. Così il paese diventò proprietà del Faraone.
21
Quanto al popolo, lo spostò nelle città, da un capo all’altro dell’Egitto;
22
solo le terre dei sacerdoti non acquistò, perché i sacerdoti ricevevano una provvigione assegnata loro dal Faraone e vivevano della provvigione che il Faraone dava loro; per questo essi non vendettero le loro terre.
23
Poi Giuseppe disse al popolo: »Ecco, oggi ho acquistato voi e le vostre terre per il Faraone; eccovi del seme; seminate la terra;
24
al tempo del raccolto, ne darete il quinto al Faraone, e quattro parti saranno vostre per la semente dei campi, per il nutrimento vostro e di quelli di casa vostra, e per il nutrimento dei vostri bambini«.
25
E quelli dissero: »Tu ci hai salvato la vita! Ci sia dato di trovar grazia agli occhi del mio signore, e saremo schiavi del Faraone«.
26
Giuseppe fece di questo una legge nel paese d’Egitto, che dura fino al giorno d’oggi, secondo la quale si deve dare la quinta parte del raccolto al Faraone. Soltanto le terre dei sacerdoti non diventarono proprietà del Faraone.
27
Così Israele abitò nel paese d’Egitto, nel paese di Goscen; là essi ebbero dei possedimenti, furono fruttiferi e si moltiplicarono grandemente.
28
Or Giacobbe visse nel paese d’Egitto diciassette anni; e la durata della vita di Giacobbe fu di centoquarantasette anni.
29
Quando il tempo della morte per Israele fu vicino, egli chiamò suo figlio Giuseppe e gli disse: »Deh, se ho trovato grazia agli occhi tuoi, metti la tua mano sotto la mia coscia e usa con me benignità e fedeltà; di grazia, non seppellirmi in Egitto!
30
Ma, quando mi riposerò coi miei padri, portami fuori d’Egitto e seppelliscimi nel loro sepolcro!«. Egli rispose: »Farò come tu dici«.
31
Allora Giacobbe disse: »Giuramelo«. E Giuseppe glielo giurò. Quindi Israele, appoggiandosi al capo del letto, adorò.
Génèse 49:22-27
22
Giuseppe è un ramo d’albero fruttifero; un ramo d’albero fruttifero vicino a una sorgente; i suoi rami corrono sopra il muro.
23
Gli arcieri l’hanno provocato, gli hanno lanciato dardi, l’hanno perseguitato;
24
ma l’arco suo è rimasto saldo; le sue braccia e le sue mani sono state rinforzate dalle mani del Potente di Giacobbe. (da colui che è il pastore e la roccia d’Israele).
25
dal Dio di tuo padre che ti aiuterà, e dall’Altissimo che ti benedirà con benedizioni del cielo di sopra, con benedizioni dell’abisso che giace di sotto, con benedizioni delle mammelle del grembo materno.
26
Le benedizioni di tuo padre sorpassano le benedizioni dei miei antenati, fino alle cime dei colli eterni. Esse saranno sul capo di Giuseppe e sulla corona di colui che fu separato dai suoi fratelli.
27
Beniamino è un lupo rapace; al mattino divora la preda, e la sera spartisce le spoglie«.
Génèse 50:1-14
1
Allora Giuseppe si gettò sulla faccia di suo padre e pianse su di lui, e lo baciò.
2
Poi Giuseppe ordinò ai medici che erano al suo servizio di imbalsamare suo padre; e i medici imbalsamarono Israele.
3
Ci vollero quaranta giorni perché tale è il tempo necessario per l’imbalsamazione; e gli Egiziani lo piansero settanta giorni.
4
Quando i giorni del lutto fatto per lui furono passati, Giuseppe parlò alla casa del Faraone, dicendo: »Deh, se ho trovato grazia ai vostri occhi, riferite al Faraone queste parole:
5
Mio padre mi ha fatto giurare e mi ha detto: »Ecco, io sto per morire; seppelliscimi nel sepolcro che ho scavato per me nel paese di Canaan«. Ora dunque permetti che io salga a seppellire mio padre; poi tornerò«.
6
Il Faraone rispose: »Sali e seppellisci tuo padre come egli ti ha fatto giurare«.
7
Allora Giuseppe salì a seppellire suo padre; e con lui salirono tutti i servi del Faraone, gli anziani della sua casa e tutti gli anziani del paese d’Egitto,
8
e tutta la casa di Giuseppe, i suoi fratelli e la casa di suo padre. Nel paese di Goscen lasciarono soltanto i loro bambini, le loro greggi e i loro armenti.
9
Con lui salirono pure carri e cavalieri, così da formare un enorme corteo di gente.
10
Come furono giunti all’aia di Atad, che è oltre il Giordano, vi fecero grandi e solenni lamenti; e Giuseppe osservò per suo padre un lutto di sette giorni.
11
Or quando gli abitanti del paese, i Cananei, videro il lutto dell’aia di Atad, dissero: »Questo è un grave lutto per gli Egiziani!«. Perciò quel luogo fu chiamato Abel-Mitsraim che è oltre il Giordano.
12
suoi figli fecero per lui quello che egli aveva ordinato loro.
13
I suoi figli lo trasportarono nel paese di Canaan e lo seppellirono nella spelonca del campo di Makpelah, di fronte a Mamre, che Abrahamo aveva comperato col campo da Efron l’Hitteo, come sepolcro di sua proprietà.
14
Dopo aver sepolto suo padre, Giuseppe tornò in Egitto con i suoi fratelli e con tutti quelli che erano saliti con lui a seppellire suo padre.
Nombres 1:36
Dei figli di Beniamino, i loro discendenti in base alle loro famiglie e alle case dei loro padri, contando i nomi dall’età di vent’anni in su, tutti quelli che erano abili ad andare in guerra:
Nombres 1:37
quelli recensiti della tribù di Beniamino furono trentacinquemila quattrocento.
Nombres 26:38-41
38
I figli di Beniamino secondo le loro famiglie furono: da Bela, la famiglia dei Belaiti; da Ashbel la famiglia degli Ashbeliti; da Ahiram la famiglia degli Ahiramiti;
39
da Shufam, la famiglia degli Shufamiti; da Hufam, la famiglia degli Hufamiti.
40
I figli di Bela, furono: Ard e Naaman; da Ard, la famiglia degli Arditi; da Naaman, la famiglia dei Naamiti.
41
Questi sono i figli di Beniamino secondo le loro famiglie. Quelli tra loro recensiti furono quarantacinquemilaseicento.
Deutéronome 33:12-17
12
Di Beniamino disse: »L’amato dell’Eterno abiterà sicuro presso di lui. L’Eterno lo proteggerà del continuo e abiterà fra le sue spalle«.
13
Di Giuseppe disse: »Sia il suo paese benedetto dall’Eterno con i doni preziosi del cielo, con la rugiada, con le acque dell’abisso che giace in basso,
14
con i frutti preziosi del sole, con i preziosi prodotti di ogni mese,
15
con i migliori prodotti dei monti antichi, con i doni preziosi dei colli eterni,
16
con i doni preziosi della terra e tutto ciò che essa racchiude. Il favore di colui che stava nel roveto venga sul capo di Giuseppe, sulla corona del capo del prescelto tra i suoi fratelli!
17
La sua maestà è come quella del suo toro primogenito, le sue corna sono come le corna di un bufalo. Con esse trafiggerà tutti quanti i popoli fino alle estremità della terra. Queste sono le miriadi di Efraim. Queste sono le migliaia di Manasse«.