Così il numero totale dei Beniaminiti che caddero quel giorno fu di venticinquemila, abili a maneggiare la spada, tutti uomini di valore.

Poi gl’Israeliti tornarono contro i figli di Beniamino e passarono a fil di spada l’intera città, compreso il bestiame e tutto ciò che trovavano; e diedero alle fiamme tutte le città che trovavano.

Ecco, Beniamino il piú piccolo ma loro condottiero, i principi di Giuda con le loro schiere, i principi di Zabulon, i principi di Neftali.

Ma alcuni uomini da nulla dissero: »Come può costui salvarci?. Così lo disprezzarono e non gli fecero alcun dono. Ma egli non disse nulla.

Così Samuele disse: »Non è forse vero che quando eri piccolo ai tuoi occhi sei diventato capo delle tribù d’Israele, e l’Eterno ti ha unto re d’Israele?

Ma Davide rispose a Saul: »Chi sono io e cosa è la vita mia e la famiglia di mio padre in Israele, perché io divenga genero del re?«.

I servi di Saul riportarono queste parole a Davide. Ma Davide rispose: »Vi pare piccola cosa diventare genero del re? Io sono un uomo povero e di bassa condizione«.

Allora l’Eterno si volse a lui e gli disse: »Va’ con questa tua forza e salva Israele dalla mano di Madian. Non sono io che ti mando?«.

Egli gli rispose: »O mio Signore, come salverò Israele Ecco, la mia famiglia è la piú debole di Manasse, e io sono il piú piccolo nella casa di mio padre«.

Quando Efraim parlava con tremore, innalzava se stesso in Israele, ma quando si rese colpevole con Baal, morí.

Perché chiunque si innalza sarà abbassato e chi si abbassa sarà innalzato«.

A me, il minimo di tutti i santi, è stata data questa grazia di annunziare fra i gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo,