Carissimi, questa è già la seconda epistola che vi scrivo; in entrambe cerco di tener desto il vostro genuino modo di pensare facendo appello alla vostra memoria
Ora, fratelli miei, io stesso sono persuaso a vostro riguardo, che anche voi siete pieni di bontà, ripieni dogni conoscenza, capaci anche di ammonirvi gli uni gli altri.
Proponendo queste cose ai fratelli, tu sarai un buon ministro di Gesú Cristo, nutrito nelle parole della fede e della buona dottrina, che hai seguito da vicino.
Carissimi, anche se avevo una grande premura di scrivervi circa la nostra comune salvezza, sono stato obbligato a farlo per esortarvi a combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa una volta per sempre ai santi.
Or voglio ricordare a voi, che già conoscevate tutto questo, che il Signore, dopo aver salvato il suo popolo dal paese di Egitto, in seguito fece perire quelli che non credettero.
Non lasciatevi trasportare qua e là da varie e strane dottrine, perché è bene che il cuore sia reso saldo dalla grazia e non da cibi, da cui non ebbero alcun giovamento quelli che ne fecero uso.
E il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua eterna gloria in Cristo Gesú, dopo che avrete sofferto per un po di tempo, vi perfezionerà egli stesso, vi renderà fermi, vi fortificherà e vi stabilirà saldamente.
Vi ho scritto brevemente per mezzo di Silvano, che io ritengo un fratello fedele, esortandovi e attestandovi che la vera grazia di Dio è quella in cui vi trovate.