Poi l’Eterno disse a Mosè: »Sali da me sul monte e rimani là; e io ti darò delle tavole di pietra, la legge e i comandamenti che ho scritti, perché tu li insegni loro«.

E le pietre corrisponderanno ai nomi dei figli d’Israele: dodici, secondo i loro nomi, incisi come dei sigilli, ciascuna col nome delle tribú d’Israele.

Poi Elia prese dodici pietre, secondo il numero delle tribú dei figli di Giacobbe al quale l’Eterno aveva detto: »Il tuo nome sarà Israele«.

Grandi sono le opere dell’Eterno, ricercate da tutti quelli che si dilettano in esse.

Egli fa sí che le sue meraviglie siano ricordate; l’Eterno è misericordioso e pieno di compassione.

Ed egli lo chiamò Scibah. Per questo la città porta il nome di Beer-Sceba, fino al giorno d’oggi.

E l’Eterno lo seppellì nella valle del paese di Moab, di fronte a Beth-Peor; e nessuno ha conosciuto fino ad oggi il luogo della sua tomba.

Costui andò nel paese degli Hittei e vi edificò una città che chiamò Luz, nome che porta fino al giorno d’oggi.

Da quel giorno in poi si fece così; Davide ne fece uno statuto e una norma per Israele fino al giorno d’oggi.

benché i Beerothiti si siano rifugiati a Ghitthaim, dove sono rimasti fino al giorno d’oggi).

Le stanghe erano cosí lunghe che le estremità delle stanghe dell’arca si potevano vedere di fronte al luogo santissimo, ma non si vedevano dal di fuori. Esse sono rimaste là fino al giorno d’oggi.

Perciò quel campo è stato chiamato sino ad oggi: »Campo di sangue«

Ed essi, preso il denaro, fecero come erano stati istruiti, e questo detto si è divulgato fra i Giudei, fino ad oggi.