secondo l’evangelo della gloria del beato Dio, che mi è stato affidato.

E rendo grazie a Cristo nostro Signore, che mi fortifica, perché mi ha ritenuto degno di fiducia ponendo al suo servizio me,

Le parole del Predicatore, figlio di Davide, re di Gerusalemme.

»Vanità delle vanità«, dice il Predicatore

Io, il Predicatore, sono stato re d’Israele, in Gerusalemme,

Ecco ciò che ho trovato«, dice il Predicatore, »esaminando le cose una ad una, per trovare la ragione.

»Vanità delle vanità«, dice il Predicatore, »tutto è vanità«.

Il Predicatore si è studiato di trovare parole piacevoli; e le cose scritte sono giuste e vere.

Come dunque invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno udito parlare? E come udiranno, se non c’è chi predichi?

di cui sono stato fatto ministro, secondo il dono della grazia di Dio che mi è stata data in virtú della sua potenza.

A me, il minimo di tutti i santi, è stata data questa grazia di annunziare fra i gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo,

di cui io sono stato costituito araldo, apostolo e dottore dei gentili.

e non risparmiò il mondo antico ma salvò con altre sette persone Noé, predicatore di giustizia, quando fece venire il diluvio sul mondo degli empi,

Perché Dio, a cui io servo nel mio spirito mediante l’evangelo di suo Figlio, mi è testimone che non smetto mai di menzionarvi,

Io dico la verità in Cristo, non mento, perché me lo attesta la mia coscienza nello Spirito Santo;

Il Dio e Padre del nostro Signor Gesú Cristo, che è benedetto in eterno, sa che io non mento.

Ora, quanto alle cose che vi scrivo, ecco, davanti a Dio non mento.

Dicevano perciò i Giudei tra loro: »Dove sta egli per andare che noi non lo troveremo? Andrà forse da quelli che sono dispersi fra i Greci, e ad insegnare ai Greci?

Ma il Signore gli disse: »Va perché costui è uno strumento da me scelto per portare il mio nome davanti alle genti, ai re e ai figli d’Israele.

Ma egli mi disse: »Va’ perché io ti manderò lontano tra i gentili?«.

liberandoti dal popolo e dai gentili, ai quali ora ti mando,

per aprir loro gli occhi e convertirli dalle tenebre alla luce e dalla potestà di Satana a Dio, affinché ricevano mediante la fede in me il perdono dei peccati e un’eredità tra i santificati

Ma prima a quelli in Damasco, poi a Gerusalemme. in tutta la regione della Giudea e ai gentili, ho annunziato di ravvedersi e di convertirsi a Dio, facendo opere degne di ravvedimento.

Infatti io parlo a voi gentili, in quanto sono apostolo dei gentili; io onoro il mio ministero,

per essere ministro di Gesú Cristo presso i gentili, adoperandomi nel sacro servizio dell’evangelo di Dio, affinché l’offerta dei gentili sia accettevole, santificata dallo Spirito Santo.

di rivelare in me suo Figlio, affinché l’annunziassi fra i gentili, io non mi consultai subito con carne e sangue,

avendo conosciuto la grazia che mi era stata data, Giacomo, Cefa e Giovanni, che sono reputati colonne, diedero a me e a Barnaba la mano di associazione, affinché noi andassimo fra i gentili, ed essi fra i circoncisi.

Giunti là, radunarono la chiesa e riferirono quante grandi cose Dio aveva compiuto per mezzo loro e come egli aveva aperto ai gentili la porta della fede.

sapendo che l’uomo non è giustificato per le opere della legge ma per mezzo della fede in Gesú Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesú, affinché fossimo giustificati mediante la fede di Cristo e non mediante le opere della legge, poiché nessuna carne sarà giustificata per mezzo della legge.

Perciò coloro che si fondano sulla fede sono benedetti col fedele Abrahamo.

Le opere delle sue mani sono verità e giustizia; tutti i suoi comandamenti sono fermi,