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Perciò il regno dei cieli è simile ad un re, il quale volle fare i conti con i suoi servi.
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Avendo iniziato a fare i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti.
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E non avendo questi di che pagare, il suo padrone comandò che fosse venduto lui con sua moglie, i suoi figli e tutto quanto aveva, perché il debito fosse saldato.
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Allora quel servo, gettandosi a terra gli si prostrò davanti dicendo: »Signore, abbi pazienza con me e ti pagherò tutto«
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Mosso a compassione, il padrone di quel servo lo lasciò andare e gli condonò il debito.
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Ma quel servo, uscito fuori, incontrò uno dei suoi conservi, che gli doveva cento denari; e, afferratolo per la gola, lo soffocava dicendo: »Pagami ciò che mi devi«
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Allora il suo conservo, gettandosi ai suoi piedi, lo supplicava dicendo: »Abbi pazienza con me, e ti pagherò tutto«
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Ma costui non volle, anzi andò e lo fece imprigionare, finché non avesse pagato il debito.
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Ora gli altri servi, visto quanto era accaduto, ne furono grandemente rattristati e andarono a riferire al loro padrone tutto ciò che era accaduto.
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Allora il suo padrone lo chiamò a sé e gli disse: »servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito, perché mi hai supplicato.
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Non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, come io ho avuto pietà di te?"
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E il suo padrone, adiratosi, lo consegnò agli aguzzini finché non avesse pagato tutto quanto gli doveva.
35
Cosí il mio Padre celeste farà pure a voi, se ciascuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello i suoi falli«.
