Allora parve bene agli apostoli e agli anziani con tutta la chiesa di mandare ad Antiochia, con Paolo e Barnaba, degli uomini scelti da loro: Giuda, soprannominato Barsabba, e Sila, uomini autorevoli tra i fratelli,

La cosa piacque al Faraone e a tutti i suoi funzionari.

La risposta dolce calma la collera, ma la parola pungente eccita l’ira.

Uno prova gioia quando può dare una risposta, e quanto è buona una parola detta al tempo giusto!

Una parola detta al tempo giusto è come dei pomi d’oro su un vassoio d’argento.

Per un orecchio obbediente, un saggio che rimprovera è come un orecchino d’oro, un ornamento d’oro fino.

Perciò, fratelli, cercate fra voi sette uomini, di cui si abbia buona testimonianza, ripieni di Spirito Santo e di sapienza, a cui noi affideremo questo compito.

Or Stefano, ripieno di fede e di potenza, faceva grandi prodigi e segni fra il popolo.

ma non potevano resistere alla sapienza e allo spirito col quale egli parlava.

Allora il sommo sacerdote gli disse: »Stanno queste cose proprio cosí?«.

e gli disse: »Usci dal tuo paese e dal tuo parentado e va’ nel paese che io ti mostrerò«.

E non gli diede alcuna eredità, neppure lo spazio per posarvi un piede. Ma promise di darlo in proprietà a lui e alla sua progenie dopo di lui, quand’egli non aveva ancora alcun figlio.

Ma Dio aggiunse: »Io giudicherò la nazione alla quale avranno servito; e dopo ciò, essi usciranno e mi serviranno in questo luogo«.

I patriarchi, portando invidia a Giuseppe, lo vendettero perché fosse condotto in Egitto, ma Dio era con lui;

Or sopravvenne una carestia e una grande calamità in tutto il paese d’Egitto e di Canaan, e i nostri padri non trovavano viveri.

La seconda volta Giuseppe si fece riconoscere dai suoi fratelli e fu svelata al Faraone la parentela di Giuseppe.

Giacobbe scese in Egitto, dove morí lui e i nostri padri.

Ora, mentre si avvicinava il tempo della promessa che Dio aveva giurata ad Abrahamo, il popolo crebbe e si moltiplicò a in Egitto,

Questi, usando malizia contro la nostra stirpe, maltrattò i nostri padri fino a far esporre i loro bambini, perché non sopravvivessero.

E, quando fu esposto, la figlia del Faraone lo raccolse e lo allevò come suo figlio.

Ma, quando giunse all’età di quarant’anni, gli venne in cuore di andare a visitare i suoi fratelli: i figli d’Israele.

Or egli pensava che i suoi fratelli avrebbero capito che Dio stava per dar loro liberazione per mezzo suo, ma essi non compresero.

Ma colui che faceva torto al suo vicino lo respinse, dicendo: »Chi ti ha costituito principe e giudice su di noi?

A queste parole Mosé fuggí e dimorò come forestiero nel paese Dimadian dove generò due figli.

Alla vista di ciò, Mosé rimase stupito di quel che vedeva, e come si avvicinava per osservare, udì la voce del Signore,

Allora il Signore gli disse: »Togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai è terra santa.

Quel Mosé che avevano rifiutato, di cendo: »Chi ti ha costituito principe e giudice?«. Quello mandò loro Dio come capo e liberatore, per mezzo dell’angelo che gli era apparso nel roveto.

Questi è quel Mosé che disse ai figli d’Israele: Il Signore Dio vostro susciterà per voi, tra i vostri fratelli, un profeta come me. Ascoltatelo!.

A lui i padri nostri non vollero ubbidire; anzi lo respinsero e si rivolsero con i loro cuori all’Egitto,

E in quei giorni fecero un vitello, offrirono un sacrificio all’idolo e si rallegrarono nell’opera delle loro mani.

Avete piuttosto portato la tenda di Molok e la stella del vostro dio Remfan, le immagini da voi fatte per adorarle; perciò io vi trasporterò al di là di Babilonia

E i nostri padri, dopo averlo ricevuto, lo trasportarono con Giosué nel paese che era stato posseduto dai gentili, che Dio scacciò davanti ai nostri padri; e là rimase fino ai giorni di Davide,

Fu invece Salomone quello che gli edificò una casa.

"Il cielo è il mio trono e la terra lo sgabello dei miei piedi; quale casa mi edifichereste voi, dice il Signore, o quale sarebbe il luogo del mio riposo?

Uomini di collo duro ed incirconcisi di cuore e di orecchi, voi resistete sempre allo Spirito Santo; come fecero i vostri padri, cosí fate anche voi.

voi che avete ricevuto la legge promulgata dagli angeli e non l’avete osservata!«.

Ma egli, ripieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesú che stava alla destra di Dio

Ma essi, mandando alte grida, si turarono gli orecchi e tutti insieme si avventarono sopra di lui;

Cosí lapidarono Stefano, che invocava Gesú e diceva: »Signor Gesú, ricevi il mio spirito«.

Or Saulo approvava la sua uccisione. In quel tempo ci fu grande persecuzione contro la chiesa che era in Gerusalemme; e furono tutti dispersi per le contrade della Giudea e della Samaria, ad eccezione degli apostoli.

E alcuni uomini pii portarono a seppellire Stefano e fecero grande cordoglio per lui.

perché egli era un uomo dabbene, pieno di Spirito Santo e di fede. E un gran numero di persone fu aggiunto al Signore.

Io invece sono ripieno di forza dello Spirito dell’Eterno, di giustizia e potenza, per far conoscere a Giacobbe la sua trasgressione e a Israele il suo peccato.

Or Filippo discese nella città di Samaria e predicò loro Cristo.

Gli spiriti immondi infatti uscivano da molti indemoniati, gridando ad alta voce; e molti paralitici e zoppi erano guariti.

Or in quella città vi era da tempo un uomo di nome Simone, il quale esercitava le arti magiche e faceva stupire la gente di Samaria, spacciandosi per un grande uomo.

E gli davano ascolto, perché già da molto tempo li aveva fatti strabiliare con le sue arti magiche.

Anche Simone credette e, dopo essere stato battezzato, stava del continuo con Filippo; e, vedendo le potenti operazioni e i segni che erano fatti, ne rimaneva stupito.

Or un angelo del Signore parlò a Filippo, dicendo: »Alzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che da Gerusalemme scende a Gaza; essa è deserta«.

Or egli se ne stava ritornando e, seduto sul suo carro, leggeva il profeta Isaia.

Filippo gli corse vicino e, sentendo che leggeva il profeta Isaia, gli disse: »Comprendi ciò che leggi?«.

Or il passo della Scrittura che egli leggeva era questo: »Egli è stato condotto al macello come una pecora; e come un agnello è muto davanti a chi lo tosa, cosí egli non ha aperto la sua bocca.

E l’eunuco, rivolto a Filippo, disse: »Ti prego, di chi dice questo il profeta? Lo dice di se stesso o di un altro?«.

E, mentre proseguivano il loro cammino, giunsero ad un luogo con dell’acqua. E l’eunuco disse: »Ecco dell’acqua, cosa mi impedisce di essere battezzato?«.

Allora comandò al carro di fermarsi; ed ambedue, Filippo e l’eunuco, discesero nell’acqua, ed egli lo battezzò.

Or Filippo si ritrovò in Azot; e, proseguendo, evangelizzò tutte le città, finché giunse a Cesarea.

Ripartiti il giorno seguente, noi che eravamo compagni di Paolo, arrivammo a Cesarea e, entrati in casa di Filippo l’evangelista che era uno dei sette, restammo presso di lui.

Tuttavia hai questo, che odi le opere dei Nicolaiti, che odio anch’io.

Cosí hai pure alcuni che ritengono la dottrina dei Nicolaiti, la qual cosa io odio.

Or, nella chiesa di Antiochia, vi erano profeti e dottori: Barnaba, Simeone chiamato Niger, Lucio di Cirene, Manaen, allevato assieme a Erode il tetrarca, e Saulo.