il tribuno comandò che Paolo fosse condotto nella fortezza, ordinando di interrogarlo a colpi di flagelli al fine di sapere per quale motivo gridavano cosí contro di lui.
Ma, quando lo ebbero disteso con le cinghie, Paolo disse al centurione che era presente: »Vi è lecito flagellare un cittadino romano, non ancora condannato?«.
Or il giorno seguente, volendo sapere con certezza il motivo per cui egli era accusato dai Giudei, lo sciolse dai legami e ordinò ai capi dei sacerdoti e a tutto il sinedrio di venire. Poi, condotto giú Paolo, lo presentò davanti a loro.
Allora Paolo, dopo che il governatore gli fece cenno di parlare, rispose: »Sapendo che da molti anni tu sei giudice di questa nazione, con piú coraggio parlo a mia difesa.
Quando udí queste cose, Felice, che era ben informato sulla Via, rinviò il processo, dicendo: »Quando verrà il tribuno Lisia, prenderò in esame il vostro caso«.
Quando egli giunse, i Giudei che erano discesi da Gerusalemme lo attorniarono, portando contro a Paolo molte e gravi accuse, che però non potevano provare.