Quando fu deciso che noi salpassimo per lItalia, Paolo e alcuni altri prigionieri furono consegnati a un centurione di nome Giulio, della coorte Augusta.
Ma il centurione, volendo salvare Paolo, li distolse da quel proposito e comandò a coloro che sapevano nuotare di gettarsi per primi in mare e di raggiungere la terra;
Il centurione, rispondendo, disse: »Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; ma di soltanto una parola, e il mio servo sarà guarito.
Ora il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesú, veduto il terremoto e le cose accadute, temettero grandemente e dissero: »Veramente costui era il Figlio di Dio!«.
Ma Paolo disse loro: »Dopo averci pubblicamente battuti senza essere stati condannati in giudizio, noi che siamo cittadini romani, ci hanno gettati in prigione e ora ci fanno uscire di nascosto? No davvero! Vengano loro stessi a condurci fuori«.
Io risposi loro che non è abitudine dei Romani di consegnare alcuno per la morte prima che laccusato sia stato messo a confronto con i suoi accusatori, e gli sia stato dato modo di difendersi dallaccusa.