Essendo perciò sorta una non piccola controversia e discussione da parte di Paolo e Barnaba con costoro fu ordinato che Paolo e Barnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e anziani per tale questione.

Or in quei giorni, moltiplicandosi il numero dei discepoli, sorse un mormorio da parte degli Ellenisti contro gli Ebrei, perché le loro vedove veni vano trascurate nel servizio di assistenza quotidiana.

perché inasprirono il suo (di Mosé) spirito, ed egli parlò avventatamente con le sue labbra.

Ho visto il limite di ogni cosa perfetta, ma il tuo comandamento non ha alcun limite.

Non c’è infatti alcun uomo giusto sulla terra, che faccia il bene e non pecchi.

Infatti io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene, poiché ben si trova in me la volontà di fare il bene, ma io non trovo il modo di compierlo.

Ora, se faccio ciò che non voglio, non sono piú io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me.

poiché tutti manchiamo in molte cose. Se uno non sbaglia nel parlare, è un uomo perfetto, ed è pure capace di tenere a freno tutto il corpo.

Or Iose, soprannominato dagli apostoli Barnaba (che significa: »figlio di consolazione«), levita, originario di Cipro.

Or alcuni di loro originari di Cipro e di Cirene, arrivati ad Antiochia, iniziarono a parlare ai Greci, annunziando il Signore Gesú.

Essi dunque, mandati dallo Spirito Santo, scesero a Seleucia e di là si imbarcarono per Cipro.

Poi, attraversata l’isola fino a Pafo, trovarono lí un mago, falso profeta giudeo, di nome Bar-Gesú,

ma Elimas, il mago (questo infatti è il significato del suo nome) resisteva loro cercando di allontanare il proconsole dalla fede.

»O uomo pieno di ogni frode e di ogni malizia, figlio del diavolo, nemico di ogni giustizia, non la smetterai tu di pervertire le diritte vie del Signore?

Allora il proconsole, visto ciò che era accaduto, credette, colpito dalla dottrina del Signore.

Essendo poi partiti di là, navigammo al riparo di Cipro, perché i venti erano contrari.