Essendo venuto a mancare il vino, la madre di Gesú gli disse: »Non hanno piú vino«.

Sua madre disse ai servi: »Fate tutto quello che egli vi dirà«.

Allora l’Eterno mandò fra il popolo dei serpenti ardenti i quali mordevano la gente, e molti Israeliti morirono.

L’Eterno disse quindi a Mosè: »Fa’ un serpente ardente e mettilo sopra un’asta; e avverrà che chiunque sarà morso e lo guarderà, vivrà«.

Voi tutti, uomini di guerra, marcerete intorno alla città, girerete intorno alla città una volta. Così farai per sei giorni.

Quando essi suoneranno a distesa il corno di montone e voi udrete il suono della tromba, tutto il popolo darà in un grande grido; allora le mura della città crolleranno sprofondando, e il popolo salirà ciascuno diritto davanti a sè«.

Elia le disse: »Non temere; va’ e fa’ come hai detto, ma fanne prima una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne farai per te e per tuo figlio.

Eliseo le disse: »Che cosa devo fare per te? Dimmi, che cosa hai in casa?« Ella rispose: »La tua serva in casa non ha altro che un vasetto d’olio«.

Quando sei rientrata, chiudi la porta dietro di te e dei tuoi figli, poi versa l’olio in tutti quei vasi mettendoli da parte man mano che saranno pieni«.

Quando i vasi furono pieni, ella disse a suo figlio: »Portami ancora un vaso«. Ma egli le rispose: »Non ci sono piú vasi«. E l’olio si fermò.

Allora Eliseo gli inviò un messaggero a dirgli: »Va’ a lavarti sette volte nel Giordano, e la tua carne tornerà come prima e sarai mondato«.

I fiumi di Damasco, l’Abanah e il Farpar, non sono forse migliori di tutte le acque d’Israele? Non potrei lavarmi in quelli ed essere mondato?«. Cosí si voltò e se ne andò tutto infuriato.

Allora egli scese e si immerse sette volte nel Giordano, secondo la parola dell’uomo di DIO; la sua carne tornò come la carne di un piccolo fanciullo e fu mondato.

dicendo loro: »Andate nel villaggio che vi sta di fronte e, appena entrati in esso, troverete un puledro d’asino legato, sul quale nessuno è ancora salito; scioglietelo e conducetelo da me.

Essi dunque andarono e trovarono il puledro legato vicino ad una porta, fuori sulla strada, e lo sciolsero.

Ed essi risposero loro come Gesú aveva loro indicato, e quelli li lasciarono andare.

Ora, nel primo giorno della festa degli Azzimi, quando si sacrificava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: »Dove vuoi che andiamo a prepararti da mangiare la Pasqua?«.

E là dove entrerà, dite al padron di casa: »Il Maestro chiede: Dov’è la stanza in cui mangerò la Pasqua con i miei discepoli?«

I suoi discepoli andarono e, giunti in città, trovarono come egli aveva loro detto; e apparecchiarono la Pasqua.

Or un angelo del Signore parlò a Filippo, dicendo: »Alzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che da Gerusalemme scende a Gaza; essa è deserta«.

Or egli se ne stava ritornando e, seduto sul suo carro, leggeva il profeta Isaia.

Filippo gli corse vicino e, sentendo che leggeva il profeta Isaia, gli disse: »Comprendi ciò che leggi?«.

Or il passo della Scrittura che egli leggeva era questo: »Egli è stato condotto al macello come una pecora; e come un agnello è muto davanti a chi lo tosa, cosí egli non ha aperto la sua bocca.

E l’eunuco, rivolto a Filippo, disse: »Ti prego, di chi dice questo il profeta? Lo dice di se stesso o di un altro?«.

E, mentre proseguivano il loro cammino, giunsero ad un luogo con dell’acqua. E l’eunuco disse: »Ecco dell’acqua, cosa mi impedisce di essere battezzato?«.

Allora comandò al carro di fermarsi; ed ambedue, Filippo e l’eunuco, discesero nell’acqua, ed egli lo battezzò.

Or Filippo si ritrovò in Azot; e, proseguendo, evangelizzò tutte le città, finché giunse a Cesarea.