E tutti i suoi figli e tutte le sue figlie vennero a consolarlo; ma egli rifiutò di essere consolato e disse: »Io scenderò nello Sceol da mio figlio facendo cordoglio«. Così suo padre lo pianse.
Davide disse: »lo voglio usare con Hanun, figlio di Nahash, la stessa benevolenza che suo padre usò con me«. Cosí Davide mandò i suoi servi a consolarlo della perdita del padre. Ma quando i servi di Davide giunsero nel paese dei figli di Ammon,
il cui figlio fu Zabad, i cui figli furono Shuthelah, Ezer e Elead, che furono uccisi dagli uomini di Gath, nativi del paese, perché erano scesi a razziare il loro bestiame.
Quando tre amici di Giobbe vennero a sapere di tutte queste sciagure che si erano abbattute su di lui, vennero ciascuno dal suo paese, Elifaz di Teman, Bildad di Shuah e Tsofar di Naamath; essi infatti si erano messi daccordo per venire a fargli le condoglianze e a consolarlo.
Tutti i suoi fratelli, tutte le sue sorelle e tutti i suoi conoscenti di prima vennero a trovarlo, mangiarono con lui in casa sua; essi lo confortarono e lo consolarono di tutte le avversità che lEterno aveva mandato su di lui; quindi ognuno di essi gli diede un pezzo dargento e un anello doro.
Poiché cosí dice lEterno: »Non entrare nella casa del lutto e non andare a far cordoglio e a piangerli, perché io ho ritirato da questo popolo la mia pace, la mia benignità e la mia compassione«, dice lEterno.
6
»Grandi e piccoli moriranno in questo paese; non saranno sepolti né si farà cordoglio per essi, non si faranno incisioni né rasatura per essi.
7
Non si romperà il pane per quelli che fanno cordoglio per consolarli di un morto né si darà loro da bere il calice della consolazione per il proprio padre e la propria madre.
Essa piange amaramente nella notte, le sue lacrime le rigano le guance; fra tutti i suoi amanti non ha alcuno che la consoli; tutti i suoi amici lhanno tradita, le sono diventati nemici.
La sua lordura era nei lembi della sua veste, non pensava alla sua fine; perciò è caduta in modo sorprendente, senza che alcuno la consoli. »Guarda, o Eterno, la mia afflizione, perché il nemico si innalza«.
Per questo io piango, i miei occhi, i miei stessi occhi si sciolgono in lacrime, perché il consolatore che potrebbe ridarmi la vita è lontano da me. I miei figli sono desolati, perché il nemico ha trionfato«.
Mi odono sospirare, nessuno mi consola. Tutti i miei nemici hanno saputo della mia sciagura e sono contenti che tu hai fatto questo. Tu farai venire il giorno che hai annunciato, e allora saranno come me
Come potrò esortarti? A che cosa ti rassomiglierò, o figlia di Gerusalemme? Che cosa paragonerò a te per consolarti, o vergine figlia di Gerusalemme? Poiché la tua rovina è grande come il mare; chi potrà guarirti?
il quale ci consola in ogni nostra afflizione affinché, per mezzo della consolazione con cui noi stessi siamo da Dio consolati, possiamo consolare coloro che si trovano in qualsiasi afflizione.