Samuele disse: »Gradisce forse l’Eterno gli olocausti e i sacrifici come l’ubbidire alla voce dell’Eterno? Ecco l’ubbidienza è migliore del sacrificio, e ascoltare attentamente è meglio del grasso dei montoni.

Non ti riprenderò per i tuoi sacrifici, né per i tuoi olocausti che mi stanno sempre davanti.

Mie infatti sono tutte le bestie della foresta; mio è il bestiame che sta a migliaia sui monti.

Se avessi fame, non te lo direi; perché il mondo e quanto esso contiene è mio.

Offri a DIO sacrifici di lode e adempi i tuoi voti fatti all’Altissimo.

Praticare la giustizia e l’equità è cosa piú gradita all’Eterno che il sacrificio.

»Che m’importa la moltitudine dei vostri sacrifici, dice l’Eterno. Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di bestie ingrassate; il sangue dei tori, degli agnelli e dei capri non lo gradisco.

Smettete di portare oblazioni inutili; l’incenso, è per me un abominio; non posso sopportare i noviluni e i sabati, il convocare assemblee e l’iniquità assieme alle riunioni sacre.

Quando stendete le vostre mani, io nascondo i miei occhi da voi; anche se moltiplicate le preghiere, io non ascolto; le vostre mani sono piene di sangue.

Imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova.

E’ questo il digiuno di cui mi compiaccio, il giorno in cui l’uomo affligge la sua anima? Piegare la testa come un giunco e distendersi su un letto di sacco e di cenere? Chiami forse questo un digiuno e un giorno gradito all’Eterno?

Non consiste forse nel rompere il tuo pane con chi ha fame, nel portare a casa tua i poveri senza tetto, nel vestire chi è nudo, senza trascurare quelli della tua stessa carne?

Cosí dice l’Eterno degli eserciti, il DIO d’Israele: »Aggiungete i vostri olocausti ai vostri sacrifici e mangiatene la carne!

ma questo comandai loro: »Ascoltate la mia voce, e io sarò il vostro DIO e voi sarete il mio popolo; camminate in tutte le vie che vi ho comandato, perché siate felici«.

Poiché io desidero la misericordia e non i sacrifici, e la conoscenza di DIO piú degli olocausti.

»Io odio, disprezzo le vostre feste, non provo piacere nelle vostre solenni assemblee.

Allontana da me il rumore dei tuoi canti, perché non voglio udire la musica delle tue arpe.

Con che cosa verso davanti all’Eterno e mi inchinerò davanti al DIO eccelso? Verrò davanti a lui con olocausti, con vitelli di un anno?

O uomo, egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; e che altro richiede da te l’Eterno, se non praticare la giustizia, amare la clemenza e camminare umilmente col tuo DIO?

Or andate e imparate che cosa significa: »Io voglio misericordia e non sacrificio Perché io non sono venuto per chiamare a ravvedimento i giusti, ma i peccatori«.

Ora, se voi sapeste che cosa significa: »Io voglio misericordia e non sacrificio« non avreste condannato gl’innocenti.

Quand’anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non ho amore, divento un bronzo risonante o uno squillante cembalo.

E se spendessi tutte le mie facoltà per nutrire i poveri e dessi il mio corpo per essere arso, ma non ho amore, tutto questo niente mi giova.