che non ha bisogno ogni giorno, come quei sommi sacerdoti, di offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, poiché egli ha fatto questo una volta per tutte, quando offerse se stesso.
e là mangerete davanti allEterno, il vostro DIO, e gioirete, voi e le vostre famiglie, di tutto ciò a cui avrete posto mano e in cui lEterno, il vostro DIO vi avrà benedetti.
Non ne ho mangiato durante il mio lutto, non ne ho preso quando ero impuro e non ne ho offerto ai morti; ho ubbidito alla voce dellEterno, il mio DIO e ho fatto in base a tutto ciò che mi hai comandato.
»Che mimporta la moltitudine dei vostri sacrifici, dice lEterno. Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di bestie ingrassate; il sangue dei tori, degli agnelli e dei capri non lo gradisco.
Quando stendete le vostre mani, io nascondo i miei occhi da voi; anche se moltiplicate le preghiere, io non ascolto; le vostre mani sono piene di sangue.
Che mimporta dellincenso che viene da Sceba, della canna odorosa che viene da un paese lontano? I vostri olocausti non mi sono graditi e i vostri sacrifici non mi piacciono«.
Anche se digiunano non ascolterò il loro grido; se fanno olocausti e offerte di cibo non li gradirò; ma li sterminerò con la spada, con la fame e con la peste«.
Non faranno piú libazioni di vino allEterno e i loro sacrifici non gli saranno graditi Saranno per loro come un cibo di lutto; chiunque ne mangerà sarà contaminato, perché il loro pane sarà per sostenere la loro vita, non entrerà nella casa dellEterno.
»Oh, ci fosse almeno qualcuno tra di voi che chiudesse le porte! Allora non accendereste invano il fuoco sul mio altare. Io non prendo alcun piacere in voi«, dice lEterno degli eserciti, »né gradisco alcuna offerta dalle vostre mani.
Voi dite pure: »Ah, che fatica!« e la trattate con disprezzo«, dice lEterno degli eserciti. »Cosí voi portate animali rubati, zoppi e malati; questa è lofferta che portate. Potrei io gradirla dalle vostre mani?«, dice lEterno.
Voi fate anche questaltra cosa: coprite laltare, dellEterno di lacrime, di pianto e di lamenti, perché non riguarda piú con favore la vostra offerta e non la riceve piú con piacere dalle vostre mani.