Egli gridò con forza e a gran voce, dicendo: »E caduta, è caduta Babilonia la grande, ed è diventata una dimora di demoni, un covo di ogni spirito immondo, un covo di ogni uccello immondo ed abominevole.
Quanto poi al guardiano, un santo, che il re ha visto scendere dal cielo e dire: »Tagliate lalbero e distruggetelo, ma lasciate nella terra il ceppo delle radici, legato con catene di ferro e di bronzo fra lerba dei campi. Sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia la sua parte con le bestie dei campi finché siano passati su di lui sette tempi«.
Disse allora al vignaiolo: Ecco, sono già tre anni che io vengo a cercare frutto su questo fico, e non ne trovo; taglialo; perché deve occupare inutilmente il terreno?
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Ma quegli gli rispose e disse: Signore, lascialo ancora questanno, finché lo scalzi e gli metta del letame
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e se fa frutto, bene; altrimenti, in avvenire lo taglierai"«.
Il suo fogliame era bello, il suo frutto abbondante e in esso cera cibo per tutti; sotto di esso trovavano ombra le bestie dei campi, gli uccelli del cielo dimoravano fra i suoi rami e da lui prendeva cibo ogni essere vivente.
Fuggite di mezzo a Babilonia e salvi ognuno la propria vita, guardate di non essere distrutti nella sua iniquità. Poiche questo è il tempo di vendetta dellEterno; egli le darà la giusta ricompensa.
Noi volevamo guarire Babilonia, ma essa non è guarita. Abbandonatela e andiamo ciascuno al proprio paese, perché il suo giudizio giunge fino al cielo e si eleva fino alle nuvole.
Stranieri, i piú terribili fra le nazioni, lhanno tagliato e lhanno abbandonato; i suoi rami sono caduti sui monti e in tutte le valli e le sue fronde giacciono spezzate presso tutti i corsi dacqua del paese; tutti i popoli della terra sono discesi allontanandosi dalla sua ombra e lhanno abbandonato.