Il suo corpo era simile al topazio, la sua faccia aveva laspetto della folgore, i suoi occhi erano come torce fiammeggianti, le sue braccia e i suoi piedi parevano bronzo lucidato e il suono delle sue parole era come il rumore di una moltitudine.
sí, mentre stavo ancora parlando in preghiera, quelluomo Gabriele, che avevo visto in visione allinizio, mandato con rapido volo, mi raggiunse verso lora delloblazione della sera.
Al di sopra del firmamento che stava sopra le loro teste, cera la sembianza di un trono che sembrava come una pietra di zaffiro, e su questa specie di trono, in alto su di esso, stava una figura dalle sembianze di uomo.
Ma quando ti parlerò, ti aprirò la bocca e tu dirai loro: »Cosí dice il Signore, lEterno« Chi vuole ascoltare ascolti, e chi rifiuta di ascoltare rifiuti pure, perché sono una casa ribelle«.
La sera prima dellarrivo del fuggiasco, la mano dellEterno si era posata su di me e mi aveva aperto la bocca cosí, quando quello giunse da me al mattino la mia bocca fu aperta e non fui piú muto.
Allora Mosè disse allEterno: »Ahimè, Signore, io non sono un parlatore; non lo ero in passato e non lo sono da quando tu hai parlato al tuo servo, poiché sono tardo di parola e di lingua«.
Egli rispose: »No, io sono il capo dellesercito dellEterno; arrivo in questo momento«. Allora Giosuè cadde con la faccia a terra, si prostrò e gli disse: »Che cosa vuol dire il mio Signore al suo servo?«.
Gedeone gli rispose: »Signore mio, se lEterno è con noi, perché mai ci è avvenuto tutto questo? Dove sono tutti i suoi prodigi che i nostri padri ci hanno narrato dicendo: »Non ci fece lEterno uscire dallEgitto?«. Ma ora lEterno ci ha abbandonato e ci ha dato nelle mani di Madian«.
Egli gli rispose: »O mio Signore, come salverò Israele Ecco, la mia famiglia è la piú debole di Manasse, e io sono il piú piccolo nella casa di mio padre«.
Allora Manoah supplicò lEterno e disse: »O Signore, ti prego che luomo di DIO da te mandato torni di nuovo a noi e cinsegni ciò che dobbiamo fare per il bambino che nascerà«.
Qui finirono le parole rivoltemi. Quanto a me, Daniele, i miei pensieri mi turbarono grandemente e il mio aspetto cambiò, ma conservai le parole nel mio cuore«.
Egli si avvicinò al luogo dove mi trovavo e, quando giunse, io ebbi paura e caddi sulla mia faccia. Ma egli mi disse: »Intendi bene, o figlio duomo, perché questa visione riguarda il tempo della fine«.
E io, Daniele, mi sentii sfinito e fui malato per vari giorni, poi mi alzai e sbrigai gli affari del re. Io ero stupito della visione, ma nessuno se ne avvide.