Egli lo distese quindi davanti a me era scritto di dentro e di fuori e vi erano scritti lamenti, gemiti e guai.

Poiché sono pieno di parole e lo spirito dentro di me mi costringe.

Ecco, il mio seno è come vino che non ha sfogo; come otri nuovi, sta per scoppiare.

Perciò io sono pieno del furore dell’Eterno; sono stanco di contenerlo. Lo riverserò sui bambini per la strada e sui giovani riuniti insieme, perché saranno presi sia l’uomo che la donna, sia il vecchio che l’uomo carico di anni.

Allora ho detto: »Non lo menzionerò piú e non parlerò piú nel suo nome«. Ma la sua parola era nel mio cuore come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo.

Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, da dentro di lui sgorgheranno fiumi d’acqua viva«.

La parola di Cristo abiti in voi copiosamente, in ogni sapienza, istruendovi ed esortandovi gli uni gli altri con salmi, inni e cantici spirituali, cantando con grazia nei vostri cuori al Signore.

Ho conservato la tua parola nel mio cuore, per non peccare contro di te.

Appena ho trovato le tue parole, le ho divorate, la tua parola è stata per me la gioia e l’allegrezza del mio cuore, perché il tuo nome è invocato su di me, o Eterno, DIO degli eserciti.

Perciò Gesú disse loro: »In verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete la vita in voi.

Poiché la mia carne è veramente cibo e il mio sangue è veramente bevanda.

Come il Padre vivente mi ha mandato ed io vivo a motivo del Padre, cosí chi si ciba di me vivrà anch’egli a motivo di me.

Queste cose disse nella sinagoga, insegnando a Capernaum.

Ma Gesú, conoscendo in se stesso che i suoi discepoli mormoravano di questo, disse loro: »Questo vi scandalizza?

E lo Spirito che vivifica, la carne non giova a nulla; le parole che vi dico sono spirito e vita.

non mi sono allontanato dai comandamenti delle sue labbra, ho fatto tesoro delle parole della sua bocca piú della mia porzione di cibo.

essi sono piú desiderabili dell’oro, sí, piú di molto oro finissimo; sono piú dolci del miele, di quello che stilla dai favi.

Oh, quanto amo la tua legge! Essa è la mia meditazione per tutto il giorno.

Come sono dolci le tue parole al mio palato! Sono piú dolci del miele alla mia bocca.

Quando la sapienza entrerà nel tuo cuore e la conoscenza sarà gradevole alla tua anima,

la riflessione veglierà su di te e l’intendimento ti proteggerà,

Io allora andai dall’angelo, dicendogli: »Dammi il libretto«. Ed egli mi disse: »Prendi e divoralo ed esso renderà amare le tue viscere, ma nella tua bocca sarà dolce come miele«.

Cosí presi il libretto dalla mano dell’angelo e lo divorai, e mi fu dolce in bocca come miele; ma dopo che l’ebbi divorato, le mie viscere divennero amare.