Poiché cosí dice lEterno riguardo alla casa del re di Giuda: »Tu eri per me come Galaad, come la vetta del Libano. Ma io ti ridurrò certamente a un deserto a città senza abitanti.
Gemi, cipresso, perché il cedro è caduto, perché gli alberi maestosi sono devastati. Urlate, querce di Bashan, perché la foresta impenetrabile è abbattuta.
Eccomi contro te, o abitatrice della valle, roccia della pianura« dice lEterno. »Voi che dite: Chi scenderà contro di noi? Chi entrerà nelle nostre dimore?
Abbandonate le città e andate ad abitare nella roccia, o abitanti di Moab, e siate come la colomba che fa il suo nido sulle pareti che sovrastano un precipizio.
il terrore che ispiravi e lorgoglio del tuo cuore ti hanno sedotto o tu che abiti nelle fessure delle rocce, che occupi la sommità delle colline, anche se facessi il tuo nido in alto come laquila, ti farò precipitare di lassù«, dice lEterno.
Una voce si ode sulle alture; il pianto e le suppliche dei figli dIsraele, perché hanno pervertito la loro via e hanno dimenticato lEterno, il loro DIO.
Poiché io odo un grido come di donna nelle doglie, unangoscia come di donna al suo primo parto: è il grido della figlia di Sion che respira affannosamente e distende le sue mani, dicendo: »Guai a me! Lanima mia viene meno per gli assassini««.
Informatevi e vedete se un maschio può partorire. Perché dunque vedo tutti gli uomini con le mani sui loro lombi, come una donna che sta per partorire? Perché tutte le facce sono diventate pallide?
In quei giorni e in quel tempo«, dice lEterno, »i figli dIsraele e i figli di Giuda verranno insieme; cammineranno piangendo e cercheranno lEterno il loro DIO.
Domanderanno della via di Sion verso cui volgeranno le loro facce, dicendo: »Venite, uniamoci allEterno, con un patto eterno, che non sia piú dimenticato
E tu, o devastata, che farai? Anche se ti vestissi di scarlatto, anche se ti abbigliassi con ornamenti doro, anche se ti ingrandissi gli occhi con lo stibio, invano ti faresti bella. I tuoi amanti ti disprezzano, vogliono la tua vita.
Poiché io odo un grido come di donna nelle doglie, unangoscia come di donna al suo primo parto: è il grido della figlia di Sion che respira affannosamente e distende le sue mani, dicendo: »Guai a me! Lanima mia viene meno per gli assassini««.