Saranno chiamati »argento di rifiuto«, perché l’Eterno li ha rigettati.

Ma l’Eterno mi disse: »Anche se Mosè, e Samuele, si presentassero davanti a me, il mio cuore non si piegherebbe verso questo popolo; caccialo via dalla mia presenza; che se ne vada!

Neppure Giuda osservò i comandamenti dell’Eterno, il suo DIO, ma seguí le usanze introdotte da Israele.

Perciò l’Eterno rigettò tutta la stirpe d’Israele, li umiliò e li abbandonò in mano dei predoni, finché li scacciò dalla sua presenza.

DIO udí e si adirò, e provò una grande avversione per Israele.

Perché hai rotto i suoi recinti e cosí tutti i passanti ne raccolgono i frutti?

Il cinghiale del bosco la devasta e le fiere della campagna vi pascolano.

Ma tu ci hai abbandonato e respinto; ti sei grandemente adirato contro il tuo unto.

Ci hai forse interamente rigettati o sei tu grandemente adirato contro di noi?

Io dico dunque: Ha Dio rigettato il suo popolo? Cosí non sia, perché anch’io sono Israelita, della progenie di Abrahamo, della tribú di Beniamino.

»Signore, hanno ucciso i tuoi profeti e hanno distrutto i tuoi altari, e io sono rimasto solo, ed essi cercano la mia vita«.

Cosí dunque, anche nel tempo presente è stato lasciato un residuo secondo l’elezione della grazia.

La mia eredità è divenuta per me come un leone nella foresta; ha lanciato il suo grido contro di me; per questo l’ho odiata.

In un mese eliminai tre pastori. Io ero impaziente con loro, ed essi pure mi detestarono.

Allora dissi: »Non vi pascerò piú: chi sta per morire muoia, e chi sta per perire perisca; quelle poi che rimangono si divorino a vicenda«.

Non c’è forse balsamo, in Galaad, non c’è là alcun medico? Perché mai non giunge la guarigione della figlia del mio popolo?

Perché il mio dolore è senza fine e la mia piaga incurabile rifiuta di guarire? Vuoi essere per me come un ruscello che vien meno, come acqua che non dà affidamento?

Ma essi si beffarono dei messaggeri di DIO, disprezzarono le sue parole e schernirono i suoi profeti, finché l’ira dell’Eterno contro il suo popolo raggiunse un punto in cui non c’era piú rimedio.

Come potrò esortarti? A che cosa ti rassomiglierò, o figlia di Gerusalemme? Che cosa paragonerò a te per consolarti, o vergine figlia di Gerusalemme? Poiché la tua rovina è grande come il mare; chi potrà guarirti?

Aspettavamo la pace, ma non è giunto alcun bene, un tempo di guarigione, ma ecco il terrore«.

Quando aspettavo il bene, è venuto il male; quando aspettavo la luce, è venuta l’oscurità.

Inoltre i nostri occhi si consumavano nell’attesa di un vano soccorso. Dal nostro posto di osservazione aspettavamo invano una nazione che non poteva salvarci.

Quando infatti diranno: »Pace e sicurezza«, allora una subitanea rovina cadrà loro addosso, come le doglie di parto alla donna incinta e non scamperanno affatto.