Allora io dissi: »Ahimé! Io sono perduto, perché sono un uomo dalle labbra impure e abito in mezzo a un popolo dalle labbra impure; eppure i miei occhi hanno visto il Re, l’Eterno degli eserciti«.

Noi tutti come pecore eravamo erranti, ognuno di noi seguiva la propria via, e l’Eterno ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.

Chi può trarre una cosa pura da una impura? Nessuno.

»Che cos’è l’uomo da ritenersi puro, e il nato di donna per essere giusto?

quanto meno un essere abominevole e corrotto, l’uomo, che beve l’iniquità come acqua!

Come può dunque l’uomo essere giusto davanti a Dio, o come può essere puro un nato di donna?

»Ecco, sono cosí meschino, che cosa ti posso rispondere? Mi metto la mano sulla bocca.

Il mio orecchio aveva sentito parlare di te, ma ora il mio occhio ti vede.

Perciò provo disgusto nei miei confronti e mi pento sulla polvere e sulla cenere«.

Ecco, io sono stato formato nell’iniquità e mia madre mi ha concepito nel, peccato.

Infatti io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene, poiché ben si trova in me la volontà di fare il bene, ma io non trovo il modo di compierlo.

O miserabile uomo che sono! Chi mi libererà da questo corpo di morte?

Egli ha vivificato anche voi, che eravate morti nei falli e nei peccati,

nei quali già camminaste, seguendo il corso di questo mondo, secondo il principe della potestà dell’aria, dello spirito che al presente opera nei figli della disubbidienza,

Anche noi infatti un tempo eravamo insensati, ribelli, erranti, schiavi di varie concupiscenze e voluttà, vivendo nella cattiveria e nell’invidia, odiosi e odiandoci gli uni gli altri.

Io proclamerò la tua giustizia e le tue opere, che non ti gioveranno nulla.

Or Giosuè era vestito di vesti sudicie e stava ritto davanti all’angelo,

e per essere trovato in lui, avendo non già la mia giustizia che deriva dalla legge, ma quella che deriva dalla fede di Cristo: giustizia che proviene da Dio mediante la fede,

Poiché tu dici: Io sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di nulla e non sai invece di essere disgraziato, miserabile, povero, cieco e nudo.

Ti consiglio di comperare da me dell’oro affinato col fuoco per arricchirti, e delle vesti bianche per coprirti e non far apparire cosí la vergogna della tua nudità, e di ungerti gli occhi con del collirio, affinché tu veda.

Poi uno degli anziani si rivolse a me, dicendo: »Chi sono costoro che sono coperti di bianche vesti, e da dove sono venuti?«.

Una voce dice: »Grida!«, e si risponde: »Che griderò?«. »Grida che ogni carne è come l’erba, e che tutta la sua grazia è come il fiore del campo.

L’erba si secca, il fiore appassisce, ma la parola del nostro DIO rimane in eterno«.

Tu li porti via come un’inondazione. Essi sono come un sogno, sono come l’erba che verdeggia la mattina.

La mattina essa fiorisce e verdeggia, la sera è falciata e dissecca.

e il ricco del suo abbassamento, perché passerà come un fiore di erba.

Infatti, come si leva il sole col suo calore ardente e fa seccare l’erba, e il suo fiore cade e la bellezza del suo aspetto perisce, cosí anche il ricco appassirà nelle sue imprese.

Poiché ogni carne è come l’erba ed ogni gloria d’uomo è come il fiore dell’erba; l’erba si secca e il fiore cade,

ma la parola del Signore rimane in eterno; e questa è la parola che vi è stata annunziata.

Quando griderai, venga a salvarti la folla dei tuoi idoli. Il vento li spazzerà via tutti, un soffio li porterà via. Ma chi si rifugia in me possederà il paese ed erediterà il mio santo monte.

Non cosí sono gli empi; ma sono come pula che il vento disperde.

In quel tempo si dirà a questo popolo e a Gerusalemme: »Un vento ardente che viene dalle nude alture nel deserto e soffia verso la figlia del mio popolo, non per vagliare né per mondare;

un vento anche più forte di questi verrà da parte mia, ora anch’io pronuncerò il giudizio contro di loro,

Il vento li ha legati alle sue ali ed essi avranno vergogna dei loro sacrifici«.

Allora egli disse: »Questa è la malvagità«. E la gettò in mezzo all’efa, quindi gettò il coperchio di piombo sulla sua apertura.

Cosí domandai all’angelo che parlava con me: »Dove portano l’efa costoro?«.