Stolti e ciechi! Perché, cosa è piú grande, l’oro o il tempio che santifica l’oro?

Stolti e ciechi! Poiché, cosa è piú grande, l’offerta o l’altare che santifica l’offerta?

Chi giura per il tempio, giura per esso e per colui che l’abita.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché calcolate la decima della menta dell’aneto e del comino, e trascurate le cose piú importanti della legge: il giudizio, la misericordia e la fede, queste cose bisogna praticare senza trascurare le altre.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché pulite l’esterno della coppa e del piatto, mentre l’interno è pieno di rapina e d’intemperanza.

Alla fine dei sette giorni avvenne che la parola dell’Eterno mi fu rivolta, dicendo:

Se io dico all’empio: »Certamente morirai« e tu non l’avverti e non parli per avvertire l’empio di abbandonare la sua via malvagia perché salvi la sua vita, quell’empio morirà nella sua iniquità, ma del suo sangue domanderò conto a te.

disimpegnati come la gazzella dalla mano del cacciatore, come l’uccello dalla mano dell’uccellatore.

Essa non ha né capo né sorvegliante né padrone;

Fino a quando, o pigro, rimarrai a dormire? Quando ti scuoterai dal tuo sonno?

ed ecco, dovunque crescevano le spine, i rovi ne coprivano il suolo e il muro di pietre era crollato.

dormire un po’ sonnecchiare un po’ incrociare un po’ le braccia per riposare;

Ma Giona si levò per fuggire a Tarshish, lontano dalla presenza dell’Eterno. Cosí scese a Giaffa, dove trovò una nave che andava a Tarshish. Pagò il prezzo stabilito e s’imbarcò per andare con loro a Tarshish, lontano dalla presenza dell’Eterno.

I marinai spaventati, gridarono ciascuno al proprio dio e gettarono in mare il carico che era sulla nave per alleggerirla. Intanto Giona era sceso nelle parti piú recondite della nave, si era coricato e dormiva profondamente.

Vegliate dunque, perché non sapete quando il padrone di casa verrà; se di sera, a mezzanotte, al cantar del gallo o al mattino;

Ora, ciò che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!«.