Poiché nella morte non c’è memoria di te; chi ti celebrerà nello Sceol?

dicendo: »Che utilità avrai dal mio sangue, se scendo nella fossa? Potrà forse la polvere celebrarti? Potrà essa proclamare la tua verità?

Si celebrerà la tua benignità nel sepolcro e la tua fedeltà nel luogo di distruzione?

Non sono i morti che lodano l’Eterno, né alcuno di quelli che scendono nel luogo del silenzio.

Ma noi benediremo l’Eterno, ora e sempre. Alleluia.

Tutto ciò che la tua mano trova da fare, fallo con tutta la tua forza, perché nello Sceol dove vai, non c’è piú ne lavoro né pensiero né conoscenza né sapienza.

Così scesero vivi nello Sceol; la terra si richiuse su loro ed essi scomparvero di mezzo all’assemblea.

L’empio è travolto dalla sua stessa malvagità, ma il giusto ha speranza nella sua stessa morte.

Ma i figli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori. Lí sarà il pianto e lo stridor di denti«,

E questi andranno nelle pene eterne e i giusti nella vita eterna«,

Oltre a tutto ciò, fra noi e voi è posto un grande baratro, in modo tale che coloro che vorrebbero da qui passare a voi non possono; cosí pure nessuno può passare di là a noi

perché io ho cinque fratelli, affinché li avverta severamente, e cosí non vengano anch’essi in questo luogo di tormento.

Quello disse: »No, padre Abrahamo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno«.