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Poi, chiamati due centurioni, disse loro: »Tenete pronti fin dalle ore tre della notte duecento soldati, settanta cavalieri e duecento lancieri, per andare fino a Cesare«.
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Disse loro ancora di tenere pronte delle cavalcature per farvi montare su Paolo e condurlo sano e salvo dal governatore Felice.
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Egli scrisse pure una lettera di questo tenore:
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»Claudio Lisia, alleccellentissimo governatore Felice, salute.
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Questuomo era stato preso dai Giudei e stava per essere da loro ucciso, quando io sopraggiunsi con i soldati e lo liberai, avendo inteso che era cittadino romano.
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Volendo poi sapere la colpa di cui laccusavano, lho condotto nel loro sinedrio.
29
Ho cosí trovato che era accusato per questioni relative alla loro legge e che non cera in lui alcuna colpa degna di morte né di prigione.
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Quando poi mi fu riferito dellagguato che i Giudei tendevano a questuomo, te lho subito mandato, ordinando pure ai suoi accusatori di esporre davanti a te le rimostranze che hanno contro di lui. Sta bene!«.
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I soldati dunque, secondo chera stato loro ordinato, presero in consegna Paolo e lo condussero di notte ad Antipàdride.
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IL giorno seguente, lasciato ai cavalieri il compito di andare con lui, ritornarono alla fortezza.
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Quelli giunti a Cesarea e consegnata la lettera al governatore, gli presentarono anche Paolo.
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Dopo aver letto la lettera, il governatore domandò a Paolo di quale provincia fosse; e, saputo che era della Cilicia,
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gli disse: »Io ti ascolterò quando saranno arrivati anche i tuoi accusatori«. E ordinò che fosse custodito nel palazzo di Erode.