Farai per me un altare di terra e su questo offrirai i tuoi olocausti, i tuoi sacrifici di ringraziamento, le tue pecore e i tuoi buoi; in ogni luogo in cui farò si che il mio nome sia ricordato, verrò a te e ti benedirò.

E non salirai al mio altare per mezzo di gradini, affinché su di esso non si scopra la tua nudità"«.

E Mosè scrisse tutte le parole dell’Eterno; poi si alzò al mattino presto ed eresse ai piedi del monte un altare e dodici colonne per le dodici tribú d’Israele.

Poi fece l’altare degli olocausti in legno di acacia, lungo cinque cubiti e largo cinque cubiti; era quadrato e aveva un’altezza di tre cubiti.

Fece pure tutti gli utensili dell’altare: i vasi per le ceneri, le palette, i catini, i forchettoni e i bracieri; tutti i suoi utensili li fece di bronzo.

Fuse quattro anelli per i quattro angoli della griglia di bronzo, per farvi passare le stanghe.

Fece poi passare le stanghe per gli anelli ai lati dell’altare, con le quali portarlo: lo fece di tavole e vuoto internamente.

Ungerai pure l’altare degli olocausti e tutti i suoi utensili; consacrerai così l’altare e l’altare sarà santissimo.

Poi collocò l’altare degli olocausti all’ingresso del tabernacolo, della tenda di convegno, e su di esso offrì l’olocausto e l’oblazione, come l’Eterno aveva ordinato a Mosè.

Quel giorno Gad venne da Davide e gli disse: »Sali e costruisci un altare all’Eterno nell’aia di Araunah, il Gebuseo«.

Poi fece un altare di bronzo lungo venti cubiti, largo venti cubiti e alto dieci cubiti.

Queste sono le misure dell’altare in cubiti (il cubito è un cubito e un palmo): la base ha un cubito d’altezza e un cubito di larghezza, con un orlo lungo tutto il suo bordo di una spanna. Questa e l’altezza dell’altare:

Il focolare dell’altare è alto quattro cubiti, e dal focolare dell’altare si elevano quattro corni.

La piattaforma superiore nei suoi quattro lati è lunga quattordici cubiti e larga quattordici, con un orlo intorno di mezzo cubito; i suoi gradini guardano a est«.

Noi abbiamo un altare del quale non hanno diritto di mangiare quelli che servono al tabernacolo.