Ma io, per la tua grande benignità entrerò nella tua casa e adorerò con gran timore, rivolto al tuo santo tempio.

Quanto a me, per la giustizia vedrò la tua faccia; mi sazierò della tua presenza quando mi risveglierò.

Eppure, quando erano infermi, io mi vestivo di cilicio, e affliggevo l’anima mia col digiuno, e pregavo col capo chino sul petto.

E se vi pare cattiva cosa servire l’Eterno, scegliete oggi chi volete servire, o gli dèi che servirono i vostri padri di là dal fiume, o gli dèi degli Amorei, nel cui paese voi abitate; quanto a me e alla mia casa, serviremo l’Eterno«.

Quanto a me, non sia mai che io pecchi contro l’Eterno smettendo di pregare per voi; anzi vi mostrerò la buona e diritta via.

Davide disse a Salomone: »Figlio mio, lo stesso avevo in cuore di costruire una casa, al nome dell’Eterno, il mio DIO;

Mi lamento forse di un uomo? E perché il mio spirito non dovrebbe rattristarsi?

Sí, perché tu hai liberato la mia vita dalla morte, i miei occhi dalle lacrime e i miei piedi da cadute.

Egli veglia sui passi dei suoi santi, ma gli empi periranno nelle tenebre, perché l’uomo non prevarrà per la forza.

ma vedo un’altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e che mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra.

O miserabile uomo che sono! Chi mi libererà da questo corpo di morte?

I miei passi sono rimasti fermi nei tuoi sentieri e i miei piedi non hanno vacillato.

Poiché ho detto: »Non si rallegrino di me, e quando il mio piede vacilla, non s’innalzino contro di me«.

Quando ho detto »Il mio piede vacilla«, la tua benignità, o Eterno, mi ha sostenuto.

Una lampada, disprezzata nei pensieri di quelli che vivono negli agi, è preparata per coloro i cui piedi vacillano.