dicendo: »Che utilità avrai dal mio sangue, se scendo nella fossa? Potrà forse la polvere celebrarti? Potrà essa proclamare la tua verità?

Farai forse dei prodigi per i morti? Risorgeranno i defunti a lodarti? (Sela)

Saranno le tue meraviglie conosciute nelle tenebre e la tua giustizia nella terra dell’oblìo?

Non sono i morti che lodano l’Eterno, né alcuno di quelli che scendono nel luogo del silenzio.

io non morrò, ma vivrò e racconterò le opere dell’Eterno.

Poiché lo Sceol non può lodarti, la morte non può celebrarti, quelli che scendono nella fossa non possono piú sperare nella tua fedeltà.

Il vivente, il vivente è quello che ti loda, come faccio io quest’oggi, il padre farà conoscere ai figli la tua fedeltà.

Tutto ciò che la tua mano trova da fare, fallo con tutta la tua forza, perché nello Sceol dove vai, non c’è piú ne lavoro né pensiero né conoscenza né sapienza.

Bisogna che io compia le opere di colui che mi ha mandato, mentre è giorno; la notte viene in cui nessuno può operare.