L’Eterno è la mia rocca la mia fortezza e il mio liberatore, il mio Dio, la mia rupe in cui mi rifugio, il mio scudo, la potenza della mia salvezza, il mio alto rifugio.

Salmo di Davide A te grido, o Eterno, mia rocca; non stare in silenzio, perché se tu non parli, io divengo simile a quelli che scendono nella fossa.

Lui solo è la mia rocca e la mia salvezza, egli è il mio alto rifugio; io non sarò mai smosso.

Lui solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio alto rifugio; io non sarò mai smosso.

In DIO è la mia salvezza e la mia gloria; la mia forte rocca e il mio rifugio sono in DIO.

Si ricordavano che DIO era la loro Rocca e che il DIO altissimo era il loro Redentore.

Al maestro del coro. Salmo di Davide. Fino a quando, o Eterno, mi dimenticherai? Sarà forse per sempre? Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?

Al maestro del coro. Sul motivo: »La cerva dell’aurora«. Salmo di Davide Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Perché sei cosí lontano e non vieni a liberarmi, dando ascolto alle parole del mio gemito?

O DIO mio, io grido di giorno, ma tu non rispondi, e anche di notte non sto in silenzio.

Risvegliati! Perché dormi, o Signore? Destati, non respingerci per sempre.

Perché nascondi la tua faccia, e dimentichi la nostra afflizione e la nostra oppressione?

Ha DIO forse dimenticato di aver pietà e ha nell’ira posto fine alle sue compassioni? (Sela)

Perché dici, o Giacobbe, e tu, Israele, dichiari: »La mia via è nascosta all’Eterno e il mio diritto è trascurato dal mio DIO«?

»Può una donna dimenticare il bambino lattante e non aver compassione del figlio delle sue viscere? Anche se esse dovessero dimenticare, io non ti dimenticherò.

Sono tutto ricurvo e abbattuto, vado in giro tutto il giorno facendo cordoglio,

Poiché tu sei il DIO che mi dà forza, perché mi hai respinto? Perché vado in giro vestito a lutto per l’oppressione del nemico?

Il mio occhio si strugge dal dolore; ti invoco ogni giorno, o Eterno, e tendo le mie mani verso di te.

Quando aspettavo il bene, è venuto il male; quando aspettavo la luce, è venuta l’oscurità.

Vado attorno tutto annerito, ma non dal sole; mi alzo nell’assemblea e grido in cerca di aiuto.

La mia pelle si è annerita su di me e le mie ossa bruciano dal calore.

per la voce del nemico, per l’oppressione dell’empio perché mi riversano addosso delle calamità e nella loro ira mi perseguitano.

Mi sono quindi messo a considerare tutte le oppressioni che si commettono sotto il sole, ed ecco, le lacrime degli oppressi, i quali non hanno chi li consoli; dal lato dei loro oppressori c’era la forza, ma neppure essi hanno chi li consoli.

Ricordati, Eterno, di quanto ci è accaduto, guarda e vedi il nostro obbrobrio.

Noi siamo diventati orfani, senza padre, le nostre madri sono come vedove.

Siamo inseguiti con un giogo sul collo, siamo esausti e non abbiamo alcun riposo.

I nostri padri hanno peccato e non sono piú, e noi portiamo la punizione delle loro iniquità.

Ci procuriamo il pane a rischio della nostra vita, davanti alla spada del deserto.

Hanno violentato le donne in Sion, le vergini nelle città di Giuda.

I giovani sono stati messi a macinare, i ragazzi sono caduti sotto il carico delle legna.

La gioia dei nostri cuori è venuta meno, la nostra danza si è mutata in lutto.