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Così Davide si nascose nel campo quando arrivò la luna nuova il re si mise a sedere per prendere cibo.
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Il re si pose a sedere sulla sua sedia come le altre volte, sulla sedia vicina al muro; Gionathan si pose a sedere di fronte. Abner si sedette accanto a Saul ma il posto di Davide rimase vuoto.
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Tuttavia Saul non disse nulla quel giorno, perché pensava: »Gli è successo qualcosa; non sarà puro; certamente egli non è puro«.
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Ma il giorno dopo, il secondo giorno della luna nuova, il posto di Davide era ancora vuoto. Allora Saul disse a Gionathan, suo figlio: »Perché il figlio di Isai non è venuto a mangiare né ieri né oggi?«.
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Gionathan rispose a Saul: »Davide mi ha chiesto con insistenza di lasciarlo andare a Betlemme;
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e ha detto: »Ti prego, lasciami andare, perché abbiamo in città un sacrificio di famiglia, e mio fratello mi ha imposto di andarvi; ora dunque, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, ti prego lasciami fare una scappata per vedere i miei fratelli«. Per questo non è venuto alla mensa del re«.
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Allora lira di Saul si accese contro Gionathan, e gli disse: »Figlio perverso e ribelle, non so io forse che tieni le parti del figlio di Isai, a tua vergogna e a vergogna della nudità di tua madre?
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Poiché fino a quando il figlio di Isai vivrà sulla terra, non vi sarà stabilità né per te né per il tuo regno. Manda dunque a prenderlo e conducilo da me, perché deve morire«.
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Gionathan rispose a Saul suo padre e gli disse: »Perché dovrebbe morire? Che ha fatto?«.
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Allora Saul scagliò la lancia contro di lui per ucciderlo. Gionathan comprese quindi che luccisione di Davide era cosa decisa da parte di suo padre.
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Così Gionathan si alzò da tavola acceso dira e non mangiò nulla nel secondo giorno della luna nuova, poiché era addolorato per Davide, perché suo padre laveva trattato in modo vergognoso.
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Il mattino dopo, Gionathan uscì in campagna al luogo fissato con Davide, avendo con sé un ragazzo.
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Egli disse al ragazzo: »Corri a cercare le frecce che tiro«. Come il ragazzo correva, tirò una freccia che lo oltrepassò.
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Quando il ragazzo giunse sul luogo dove si trovava la freccia che Gionathan aveva tirato, Gionathan gli gridò dietro: »La freccia non è forse oltre te?«.
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Poi Gionathan gridò ancora al ragazzo: »Fa in fretta, sbrigati, non fermarti!«. Così il ragazzo di Gionathan raccolse le frecce e tornò dal suo padrone.
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Ma il ragazzo non sapeva nulla; solo Gionathan e Davide sapevano di che si trattasse.
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Gionathan diede quindi le sue armi al suo ragazzo e gli disse: »Va portale in città«.
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Appena il ragazzo se ne fu andato, Davide si alzò dal lato meridionale si gettò con la faccia a terra e si prostrò tre volte; poi i due si baciarono lun laltro e piansero insieme; ma Davide pianse di più.
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Poi Gionathan disse a Davide: »Va in pace, ora che noi due abbiamo giurato nel nome dellEterno: lEterno sia testimone fra me e te e fra la mia discendenza e la tua discendenza per sempre«. Quindi Davide si levò e se ne andò, e Gionathan tornò in città.