Ma io sono un verme e non un uomo; il vituperio degli uomini e disprezzato dal popolo.

Tutte le mie ossa diranno: »O Eterno chi è pari a te, che liberi il misero da chi è piú forte di lui, il misero e il bisognoso da chi lo deruba?«.

Ora io sono afflitto e addolorato; la tua salvezza, o DIO, mi levi in alto.

E ciò sarà gradito all’Eterno piú di un bue o di un torello che abbia corna e unghie.

Poiché l’Eterno esaudisce i bisognosi e non disprezza i suoi prigionieri.

Ho presentato il mio dorso a chi mi percuoteva e le mie guance a chi mi strappava la barba, non ho nascosto il mio volto all’ignominia e agli sputi.

E’ vicino colui che mi giustifica; chi contenderà con me? Presentiamoci insieme. Chi è il mio avversario? Si avvicini a me.

E Gesú, gridando con gran voce, disse: »Padre, nelle tue mani rimetto il mio spirito«. E detto questo, rese lo spirito.

O DIO mio, io grido di giorno, ma tu non rispondi, e anche di notte non sto in silenzio.

Quest’afflitto ha gridato, e l’Eterno lo ha esaudito e l’ha salvato da tutte le sue avversità.

I legami della morte mi avevano circondato e le angosce dello Sceol mi avevano colto; sventura e dolore mi avevano sopraffatto.

L’Eterno è pietoso e giusto, il nostro DIO è misericordioso.

Nell’angoscia invocai l’Eterno, e l’Eterno mi rispose e mi trasse al largo.

Nei giorni della sua carne, con grandi grida e lacrime, egli offrí preghiere e supplicazioni a colui che lo poteva salvare dalla morte, e fu esaudito a motivo del suo timore di Dio.