L’Eterno tuonò nei cieli e l’Altissimo fece udire la sua voce con grandine e carboni ardenti.

Scagliò le sue saette e disperse i nemici; lanciò fulmini in gran numero e li mise in fuga.

Le nubi versarono diluvi d’acqua, i cieli tuonarono e le tue saette guizzarono.

Il fragore del tuo tuono era nel turbine, i lampi illuminarono il mondo e la terra fu scossa e tremò.

Per padiglione intorno a sé aveva posto le tenebre, l’oscurità delle acque e le dense nubi del cielo.

L’Eterno tuonò dai cieli e l’Altissimo fece udire la sua voce.

Se il malvagio non si converte, egli aguzzerà la sua spada; ha già teso il suo arco e lo ha preparato.

Poiché tu farai voltar loro le spalle e punterai le frecce del tuo arco contro la loro faccia.

Le tue frecce sono affilate; i popoli cadranno sotto di te; esse penetreranno nel cuore dei nemici del re.

Io accumulerò su loro calamità, esaurirò contro di loro le mie frecce.

Inebrierò di sangue le mie frecce e la mia spada divorerà la carne, con il sangue degli uccisi e dei prigionieri, dei capitani chiomati del nemico.