Essi non sono tribolati come gli altri mortali, né sono colpiti come gli altri uomini.

I loro occhi escono fuori per il grasso e le immaginazioni perverse del loro cuore traboccano.

Dirigono la loro bocca contro il cielo, e la loro lingua percorre la terra.

I superbi mi ricoprono di scherno, ma io non devio dalla tua legge.

Una lampada, disprezzata nei pensieri di quelli che vivono negli agi, è preparata per coloro i cui piedi vacillano.

Anch’io potrei parlare come voi, se foste al mio posto, potrei mettere assieme parole contro di voi scuotendo il mio capo contro di voi.

Moab è stato tranquillo fin dalla sua giovinezza, riposando sulle sue fecce, e non è stato travasato da vaso a vaso né è andato in cattività, per questo gli è rimasto il suo sapore e il suo profumo non si è alterato.

Israele non è forse stato per te un oggetto di scherno? E stato forse trovato fra i ladri, che ogni volta che parli di lui scuoti la testa?

Abbiamo udito l’orgoglio di Moab, estremamente orgoglioso, la sua altezzosità, la sua superbia, la sua arroganza e l’alterigia del suo cuore.

Or tutti gli Ateniesi e i forestieri che dimoravano in quella città non avevano passatempo migliore che quello di dire o ascoltare qualche novità.

Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni lo beffavano, altri dicevano: »Su questo argomento ti ascolteremo un’altra volta«.

Ora, mentre Paolo diceva queste cose a sua difesa, Festo disse ad alta voce: »Paolo, tu farnetichi; le molte lettere ti fanno uscire di senno«.

vituperati, esortiamo, siamo diventati come la spazzatura del mondo e come la lordura di tutti fino ad ora.