Cosí Satana si ritirò dalla presenza dell’Eterno e colpí Giobbe di un’ulcera maligna dalla pianta dei piedi alla sommità del capo.

Giobbe prese un coccio per grattarsi e stava seduto in mezzo alla cenere.

se dico al sepolcro: »Tu sei mio padre« e ai vermi: »Siete mia madre e mia sorella«

Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, nella mia carne vedrò Dio.

Il grembo materno lo dimentica, i vermi ne mangiano con gusto e non sarà piú ricordato; il malvagio sarà troncato come un albero.

Per la grande violenza la mia veste si deforma, mi stringe attorno come il colletto del mio mantello.

Egli mi ha gettato nel fango e sono diventato come polvere e cenere.

Le mie piaghe sono fetide e purulenti per la mia follia.

perché i miei lombi sono pieni d’infiammazione, e non vi è nulla di sano nella mia carne.

Dalla pianta del piede fino alla testa non vi è nulla di sano: solo ferite, lividure e piaghe aperte, che non sono state pulite né fasciate né lenite con olio.

Il tuo fasto è precipitato nello Sceol assieme al suono delle tue arpe; sotto di te si stende un letto di vermi e i vermi sono la tua coperta

In quell’istante un angelo del Signore lo colpí, perché non aveva dato gloria a Dio; e morí roso dai vermi.

tu mi getteresti nel fango di una fossa, le mie stesse vesti mi avrebbero in orrore.

»Quando essi usciranno, vedranno i cadaveri degli uomini che si sono ribellati contro di me; poiché il loro verme non morirà e il loro fuoco non si estinguerà, e saranno in orrore ad ogni carne«.

Là ricorderete la vostra condotta e tutte le azioni con le quali vi siete contaminati e proverete disgusto di voi stessi per tutte le malvagità che avete commesso.