uno spavento mi prese e un fremito che fece tremare tutte le mie ossa.

Quando ci penso, ne sono spaventato e la mia carne è presa da un tremito.

Allora l’Eterno rispose a Giobbe di mezzo alla tempesta e disse:

Il terzo giorno come fu mattino, ci furono tuoni e lampi; sul monte apparve una densa nuvola e si udì un fortissimo suon di tromba; e tutto il popolo che era nell’accampamento tremò.

DIO è grandemente temuto nell’assemblea dei santi, e profondamente rispettato da tutti quelli che lo circondano.

La mia carne trema tutta per paura di te, e io temo i tuoi decreti.

Non mi temerete?«, dice l’Eterno, »non tremerete davanti a me che ho posto la sabbia per limite al mare, come statuto eterno che non oltrepasserà mai? Le sue onde si agitano ma non prevalgono, rumoreggiano ma non la sorpassano".

Soltanto io, Daniele, vidi la visione, mentre gli uomini che erano con me non videro la visione, ma un gran terrore piombò su di loro e fuggirono a nascondersi.

Cosí rimasi solo a osservare questa grande visione. In me non rimase piú forza; il bel colorito cambiò in un pallore e le forze mi vennero meno.

Ho udito e le mie viscere fremettero a quella voce le mie labbra tremarono un tarlo entrò nelle mie ossa, e fui preso da gran paura dentro di me. Tuttavia rimarrò tranquillo nel giorno dell’avversità, che verrà contro il popolo che lo invade.

Ed ecco, si fece un gran terremoto, perché un angelo del Signore, sceso dal cielo, venne e rotolò la pietra dall’apertura del sepolcro e si pose a sedere su di essa.

E, per lo spavento che ebbero di lui, le guardie tremarono e rimasero come morte;

Improvvisamente si fece un gran terremoto tanto che le fondamenta della prigione furono scosse: e in quell’istante tutte le porte si aprirono e le catene di tutti si sciolsero.

E, chiesto un lume, egli corse dentro, e tutto tremante si gettò ai piedi di Paolo e Sila;