Quando uscivo verso la porta della città e rizzavo il mio seggio in piazza,

i principi smettevano di parlare e si mettevano la mano alla bocca;

L’orecchio che mi udiva, mi proclamava beato, e l’occhio che mi vedeva, mi rendeva testimonianza,

La benedizione del morente scendeva su di me e facevo esultare il cuore della vedova.

Ero occhi per il cieco e piedi per lo zoppo;

Spezzavo le mascelle del malvagio e strappavo dai suoi denti la preda.

Oh, avessi uno che mi ascoltasse! Ecco la mia firma! L’Onnipotente mi risponda! Il mio avversario scriva un documento,

La gente della città di Naboth, gli anziani e i notabili che abitavano nella sua città fecero come Jezebel aveva mandato loro a dire, come era scritto nelle lettere che ella aveva loro inviato.

Poi vennero due scellerati che si sedettero di fronte a lui; e questi scellerati deposero contro Naboth davanti al popolo dicendo: »Naboth ha maledetto DIO e il re«. Quindi lo condussero fuori della città e lo lapidarono con pietre; cosí egli morì.

Quando Jezebel venne a sapere che Naboth era stato lapidato ed era morto, disse ad Achab: »Lèvati e prendi possesso della vigna di Naboth di Jezreel, che egli rifiutò di darti per denaro, perché Naboth non vive piú ma è morto«.

Gli empi si aggirano impunemente d’appertutto, quando tra i figli degli uomini viene esaltato il male.

Entrambe le loro mani sono protese a fare il male con bravura; il principe pretende, il giudice cerca ricompense, il grande manifesta la sua cupidigia; cosí pervertono insieme la giustizia.

Vorreste usare parzialità con lui o patrocinare una causa per Dio?