Tu correggi l’uomo castigando il suo peccato e consumi come un tarlo ciò che gli è prezioso. Sí, ogni uomo non è che vanità. (Sela)

Al tuo rimprovero, o DIO di Giacobbe, carri e cavalli rimasero storditi.

Essa è arsa dal fuoco ed è recisa; essi periscono alla minaccia del tuo volto.

lo riprendo e castigo tutti quelli che amo; abbi dunque zelo e ravvediti.

Sono io forse il mare o un mostro marino che tu mi faccia sorvegliare da una guardia?

Se si tratta di forza, ecco, egli è potente; se di giudizio, chi mi fisserà un giorno per comparire?

Egli infatti non è un uomo come me, a cui possa rispondere e che possiamo comparire in giudizio assieme.

Sopra un tale essere tu tieni gli occhi aperti, e mi fai comparire in giudizio con te.

Possa egli sostenere le ragioni dell’uomo presso Dio, come fa un uomo con il suo vicino.

Contenderebbe egli con me con grande forza? No, invece mi presterebbe attenzione.

Là l’uomo retto potrebbe discutere con lui, cosí sarei assolto dal mio giudice per sempre.

Dio infatti non ha bisogno di osservare a lungo un uomo prima di farlo comparire davanti a sé in giudizio.

Se tu dovessi tener conto delle colpe, o Eterno, chi potrebbe resistere, o Signore?

Ma presso di te vi è perdono, affinché tu sia temuto.

E non entrare in giudizio col tuo servo, perché nessun vivente sarà trovato giusto davanti a te.

Poiché DIO farà venire in giudizio ogni opera, anche tutto ciò che è nascosto, sia bene o male.

L’Eterno entra in giudizio con gli anziani, del suo popolo e con i suoi principi: »Siete voi che avete divorato la vigna; le spoglie del povero si trovano nelle vostre case.

Quale diritto avete di calpestare il mio popolo e di pestare la faccia dei poveri?«, dice il Signore, l’Eterno degli eserciti.