Quando Abramo ebbe novantanove anni, l’Eterno gli apparve e gli disse: »Io sono il Dio onnipotente; cammina alla mia presenza, e sii integro;

E Abrahamo chiamò quel luogo Jehovah Jireh. Per questo si dice fino al giorno d’oggi: »Al monte dell’Eterno sarà provveduto«.

Liberami, ti prego, dalle mani di mio fratello, dalle mani di Esaú, perché io ho paura di lui e temo che egli venga ad attaccarmi, non risparmiando né madri né bambini.

Così Giacobbe passò in quel luogo la notte; e da ciò che gli veniva sottomano egli scelse un dono per suo fratello Esaú:

trenta cammelle allattanti con i loro piccoli, quaranta mucche e dieci tori, venti asine e dieci puledri.

E ordinò al primo: »Quando mio fratello Esaú ti incontrerà e ti chiederà: »Di chi sei tu e dove vai? A chi appartengono questi animali davanti a te?«,

Egli diede lo stesso ordine al secondo, al terzo e a tutti quelli che seguivano le greggi, dicendo: »In questo modo parlerete a Esaú quando lo incontrerete;

Così il dono andò davanti a lui, ma egli passò la notte nell’accampamento.

Li prese e fece loro passare il torrente, e lo fece passare a tutto quello che possedeva.

Quando quest’uomo vide che non lo poteva vincere, gli toccò la cavità dell’anca; e la cavità dell’anca di Giacobbe fu slogata, mentre quello lottava con lui.

L’altro gli disse: »Qual è il tuo nome?«. Egli rispose: »Giacobbe«.

Ma l’Eterno fu con Giuseppe e usò verso di lui benevolenza, cattivandogli le grazie del direttore della prigione.

Benedetto sia l’Eterno, il DIO dei nostri padri, che ha messo una cosa come questa nel cuore del re, di abbellire la casa dell’Eterno che è a Gerusalemme,

O Signore, ti prego, siano le tue orecchie attente alla preghiera del tuo servo e alla preghiera dei tuoi servi che prendono diletto nel temere il tuo nome; concedi Oggi stesso, ti prego, buon successo al tuo servo, facendogli trovare clemenza agli occhi di quest’uomo«. Io ero allora coppiere del re.

»Va raduna tutti i Giudei che si trovano a Susa, e digiunate per me; state senza né mangiare né bere per tre giorni, notte e giorno. Anch’io con le mie donzelle digiunerò nello stesso modo; poi entrerò dal re, sebbene ciò sia contro la legge; e se dovrò perire, perirò«.

Rimetti la tua sorte nell’Eterno, confida in lui, ed egli opererà.

Sta’ in silenzio davanti all’Eterno e aspettalo; non affliggerti per colui che prospera nelle sue imprese, per l’uomo che segue i suoi malvagi disegni.

Mostraci, o Eterno, la tua benignità e donaci la tua salvezza.

Poiché l’Eterno è buono; la sua benignità dura in eterno e la sua fedeltà per ogni età.

Mi raggiungano le tue misericordie, o Eterno e la tua salvezza secondo la tua parola.

I Proverbi di Salomone, figlio di Davide, re d’Israele,

Quando l’Eterno gradisce le vie di un uomo, fa essere in pace con lui anche i suoi nemici.

Il cuore del re in mano all’Eterno è come i corsi d’acqua; lo dirige dovunque egli vuole.

Giubilate, o cieli, rallegrati, o terra, e prorompete in grida di gioia, o monti, perché l’Eterno consola il suo popolo e ha compassione dei suoi afflitti.

E la sua misericordia si estende di generazione in generazione verso coloro che lo temono.

e lo liberò da tutte le sue tribolazioni e gli diede grazia e sapienza davanti al Faraone, re di Egitto, il quale lo costituí governatore sull’Egitto e su tutta la sua casa.

E siccome non c’era modo di persuaderlo, ci rassegnammo dicendo: »Sia fatta la volontà del Signore«.

a Timoteo, mio vero figlio nella fede: grazia, misericordia e pace da Dio nostro Padre e da Cristo Gesú, nostro Signore.

Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché Gesú Cristo facesse conoscere in me, per primo tutta la sua clemenza, per essere di esempio a coloro che per l’avvenire avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna.

a Tito, mio vero figlio nella comune fede: grazia, misericordia e pace da Dio il Padre e dal Signor Gesú Cristo, nostro Salvatore.

grazia, misericordia e pace siano con voi da Dio Padre e dal Signor Gesú Cristo, il Figlio del Padre, in verità e amore.

»Va raduna tutti i Giudei che si trovano a Susa, e digiunate per me; state senza né mangiare né bere per tre giorni, notte e giorno. Anch’io con le mie donzelle digiunerò nello stesso modo; poi entrerò dal re, sebbene ciò sia contro la legge; e se dovrò perire, perirò«.